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Il matrimonio
riparatore
In questi giorni,
rilanciato dalla Turchia di Erdogan,
incredibilmente si è tornato a parlare del
famoso "matrimonio riparatore": l’accusato
di violenza può evitare la condanna sposando
la propria vittima e quindi rispondendo alla
regola: “Chi rompe paga e i cocci sono
suoi!”
Adamo qual è la notizia?
Il governo turco ci ripensa e ritira per il momento la
proposta di legge, che prevede l’annullamento della
condanna per stupro se il violentatore sposa la vittima.
Il ritiro del progetto di legge è stato fatto nel
tentativo di cercare un più ampio consenso con
l’opposizione.
Ma non è finita vero?
Il premier turco non rinuncia comunque alla legge e
dichiara: “Sarà esaminata nuovamente in commissione,
prendendo in considerazione i vari punti di vista. E
questo problema sarà definitivamente risolto”.
Il nocciolo della questione è il cosidetto "matrimonio
riparatore"... La Turchia di Erdogan, tramite il suo
partito di ispirazione religiosa, lo ha rilanciato ed è
scoppiata immediatamente la protesta delle donne in piazza. Se
fosse approvata la norma potrebbe salvare dalla galera gli
uomini autori di violenze sessuali contro le donne. In questi
giorni ad Istanbul le associazioni per la difesa dei diritti
stanno chiedendo a gran voce il ritiro
Cosa dice
la legge?
Semplice, l’accusato di violenza potrà
evitare la condanna sposando la propria vittima. Insomma l’uomo
ripara lo stupro prendendo in moglie la stuprata. Unica
condizione è che la differenza d'età fra i due sposi sia minore
di 10 anni.
Sono tanti gli stupri in Turchia?
Diciamo che le donne oggetto di violenza sono le più fortunate
rispetto a coloro oggetto di femminicidio, visto che nel 2019 in
Turchia le donne assassinate sono state circa 474 ed il dato è
in forte aumento rispetto agli anni precedenti. Relativamente al
matrimonio riparatore quindi allo stupro non abbiamo dati certi
perché la stragrande maggioranza di questi matrimoni, specie
nelle zone rurali, vengono celebrati da autorità religiose
locali e non davanti a pubblici ufficiali.
Quindi?
Secondo studi delle Nazioni Unite, il 38 per
cento delle turche ha sofferto violenze sessuali o psichiche da
parte dei loro partner. Quindi la legge è una specie di
salvacondotto per gli autori di violenze sessuali pregresse e
future.
Mi fa pensare all’Italia di qualche anno
fa…
Beh sì legge e morale erano allineate
perfettamente e concordavano nell’obbligare la ragazza, oggetto
di “rapimento” a sposare il suo rapitore/stupratore, salvando il
suo onore e quello familiare. In caso contrario sarebbe potuta
rimanere zitella e additata come "donna svergognata".
In
altre parole la colpevole era la vittima?
Praticamente sì, infatti a sollecitare il matrimonio riparatore
erano soprattutto i familiari della ragazza che, di fronte ad
una simile onta, non vedevano altra strada per ripristinare
l’onore perduto. Secondo la morale del tempo, a perdere l'onore,
infatti, era solo la vittima e non il delinquente che l’aveva
violentata!
Quindi oltre alla violenza c’era la
costrizione del matrimonio…
Già, la volontà della
ragazza non contava nulla e non aveva alcuna possibilità di
ribellarsi. Il corpo della donna era trattato come un oggetto
che rispondeva alla regola: “Chi rompe paga e i cocci sono
suoi!”
Cosa diceva la legge?
All'epoca, la legislazione italiana, in particolare l'articolo
544 del codice penale, parliamo del codice Rocco del periodo
fascista al tempo in vigore, ammetteva la possibilità di
estinguere il reato di violenza carnale, anche ai danni di
minorenne, qualora fosse stato seguito dal cosiddetto
"matrimonio riparatore", contratto tra l'accusato e la persona
offesa; la violenza sessuale era considerata oltraggio alla
morale e non reato contro la persona, affermando di fatto che lo
stupro non offendeva il corpo della donna, ma andava a ledere
una generica pubblica moralità!
Come veniva
accertato lo stupro?
La violenza era tale solo a
precise condizioni. In pratica veniva riconosciuta solo ad
accertata “penetrazione profonda”, al disotto della quale
(ovvero se il violentatore si era limitato ad un contatto o una
penetrazione parziale) veniva considerato un semplice atto di
libidine, nella maggioranza dei casi non punito.
Come era possibile determinare una penetrazione
profonda?
In pratica se il membro maschile aveva
superato di una certa lunghezza la vagina e lo sperma era stato
versato al suo interno. Solo in quel caso era considerato un
rapporto completo e quindi reato.
Poi ci fu il
caso di Franca Viola.
Esatto, fu la prima, allora
diciassettenne, a ribellarsi alla doppia violenza. Nel 1965 era
stata rapita da un figlio di un mafioso ad Alcamo e si rifiutò
di sposare il suo carnefice. La vicenda fu raccontata dal
regista Damiano Damiani, nel 1970, nel film La moglie più bella,
interpretato da un'esordiente e giovanissima Ornella Muti.
Poi cosa successe?
A quel punto molte
ragazze si rifiutarono di accettare il matrimonio riparatore
finché grazie all’opinione pubblica nel 1994, pensa solo 26 anni
fa, la violenza carnale è diventata un vero e proprio reato
contro la persona. Ma le leggi in quanto tale lasciano sempre
troppa discrezionalità. A dimostrarlo sono le tante sentenze
controverse che hanno portato a scagionare l’imputato per
motivazioni assurde, tipo una donna non troppo avvenente che non
può destare interesse tale per essere violentata.
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
https://www.repubblica.it/esteri/2020/01/23/news/turchia
Angela Agresta
https://www.corrieredelledame.it/matrimonio-riparatore.html
Le foto sono tratte da Sedotta e abbandonata film
del 1964 diretto da Pietro Germi. con Stefania
Sandrelli: Agnese Ascalone Aldo Puglisi: Peppino
Califano
FOTO GOOGLE IMAGE
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