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INTERVISTA IMPOSSIBILE
MUSE ISPIRATRICI


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Simonetta Vespucci
La Sans Par
Nobildonna italiana, tra le più note del Rinascimento. Venne amata da Giuliano de' Medici, il fratello minore di Lorenzo il Magnifico, e idolatrata da Sandro Botticelli, che ne fece la sua Musa, rendendola eterna nei suoi più famosi dipinti. La troviamo, infatti, nelle vesti della dea Venere nella Nascita di Venere e in una delle Tre Grazie nell'allegoria della Primavera
(Genova o Porto Venere, 28 gennaio 1453 - Firenze, 26 aprile 1476)


 

 

Madame le sue origini?
Sono di nobili origini genovesi, nata nel 1453 da Gaspare Cattaneo della Volta e Cattochia Spinola

Si sposò a sedici anni…
Nell'aprile del 1469, mi legai in matrimonio a Marco Vespucci, mio coetaneo e cugino alla lontana del navigatore Amerigo Vespucci, nella chiesa gentilizia di San Torpete. Fu una cerimonia magnifica alla presenza del Doge di Genova e di tutta l'aristocrazia cittadina.

Come lo aveva conosciuto?
Quando la mia famiglia fu costretta ad andare in esilio fummo ospitati nella villa degli Appiani, Signori di Piombino, dove Piero Vespucci, padre di Marco, era spesso ospite per ragioni di affari.

A Piombino venne quindi combinato il suo matrimonio con Marco Vespucci?
Questo non lo so, so soltanto che Marco, finito l’esilio, venne ospitato da mio padre a Genova e lui frequentandomi si innamorò perdutamente di me. Il matrimonio fu la logica conseguenza anche perché mio padre era ben contento di legarsi a una potente famiglia di banchieri fiorentini, intimi dei Medici.

Dopo il matrimonio, andaste a vivere a Firenze, città di suo marito…
Venimmo accolti con favore da Lorenzo e Giuliano de' Medici nel palazzo di via Larga. In nostro onore organizzarono una sontuosa festa nella villa di Careggi.

Le sue grazie conquistarono Firenze…
Venivo invitata a tutti i ricevimenti e presenziavo giochi e tornei cavallereschi quasi sempre accompagnata da Giuliano de' Medici.

… il quale ben presto divenne suo amante, vero?
Lui mi adorava, mi dedicava leziosi sonetti, diceva che ero la più bella di tutte e che la mia bellezza era senza paragoni ed io non ero insensibile al suo amore.

Famoso fu il Torneo di Giuliano…
Giuliano in quell’occasione portava una sfolgorante armatura d’argento tempestata di pietre preziose e l’elmo disegnato dal Verrocchio. Il torneo cavalleresco si svolse in Piazza Santa Croce e lui risultò vincitore. Io fui incoronata regina del torneo ed ero vestita da Atena con i piedi poggiati su di un ramo di ulivo ardente, sul quale era inciso il motto francese “La Sans Par”, ovvero “L’incomparabile”. L’intera composizione rimandava al tema dell’amor cortese, per cui la donna amata era considerata sublime ed irraggiungibile.

In quel periodo sotto i Medici Firenze divenne la protagonista assoluta dell’arte…
Lorenzo e Giuliano anche per propaganda politica si circondarono delle più alte figure dell’arte italiana tra i quali umanisti come Poliziano, il Pulci e Pico della Mirandola, filosofi, come Marsilio Ficino, pittori, come Botticelli e talenti, come il giovane Michelangelo.


Divenne anche musa ispiratrice per famosi pittori del tempo…
Non posai mai per nessun pittore, per una dama del mio rango, posare come modella, sarebbe stato giudicato contrario al decoro ed alle convenzioni sociali, ma divenni la loro musa ispiratrice per alcuni di loro tra i quali, oltre al Botticelli, anche Piero di Cosimo, il Verrocchio, il Ghirlandaio e Filippo Lippi. Piero di Cosimo mi ritrasse nelle vesti di Cleopatra, raffigurata di profilo, con il seno scoperto e un aspide che mi cinge il collo, un attimo prima del morso fatale. Ovviamente il pittore si ispirò solo al mio viso, poiché ai miei tempi nessuna nobildonna poteva essere ritratta nuda.



L'esistenza di Simonetta, purtroppo, fu una fugace meteora, perché morì di tisi il 26 aprile 1476, all'età di soli ventitré anni. Per la sua triste scomparsa Lorenzo il Magnifico scrisse il sonetto che inizia con "O chiara stella che co' raggi tuoi / togli alle vicine stelle il lume / perché splendi assai più del tuo costume?", dove la immagina salita in cielo ad arricchire il firmamento.
La sua tomba purtroppo non esiste più perché fu portata via da una delle tante piene dell'Arno che invasero la Chiesa di Ognissanti.

Simonetta visse per anni anche dopo la sua morte nei volti dei celebri quadri di Sandro Botticelli tra i quali la Nascita di Venere e la Primavera.
Nella Nascita Simonetta, nove anni dopo la sua morte, presta il suo armonioso viso per quello della dea Venere, nata dalla spuma marina ed adagiata su di una conchiglia.
Nella Primavera Simonetta rappresenta Flora, l'allegoria della primavera stessa, vestita di fiori e cinta con ghirlande fiorite annuncia l'arrivo della nuova stagione.
Secondo alcune leggende, il pittore e la nobildonna erano amanti, infatti vennero sepolti nella stessa chiesa di Ognissanti, ma non ci sono tuttavia prove certe di una tale relazione.


 

 
 
 



L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E' STATA REALIZZATA ANCHE GRAZIE A:
 hhttps://it.wikipedia.org/wiki/Simonetta_Vespucci
https://www.vanillamagazine.it/simonetta-vespucci-la-leggendaria-venere-vivente-del-rinascimento/


 











 
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