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FASCINO E SEDUZIONE
 



BIONDO VENEZIANO
Quel tocco di rosso di moda
nella Venezia Rinascimentale

Le donne veneziane del ‘500 erano molto vanitose,
la loro toilette giornaliera poteva durare anche ore,
curavano la propria pelle bianchissima e il colore dei
propri capelli ovviamente biondo veneziano

 

 



 

Adamo ma che cos’è il biondo veneziano?
Il biondo veneziano è la tonalità più chiara del rosso. Più precisamente è costituito da una base rossa con riflessi biondi all’interno. Era una moda molto diffusa tra le donne di ogni età ed estrazione sociale nella Serenissima ed ai tempi del Rinascimento, ma essendo rarissimo al naturale le donne veneziane provvedevano a tingersi i capelli con una serie di miscugli esponendo poi la tintura al sole.

Quindi quel particolare biondo non è altro che una tonalità di rosso…
Quando qualcuno definisce il proprio colore di capelli come biondo veneziano, specifica in realtà la tonalità del suo rosso che non è né mogano, né ramato, né rosso irlandese ma biondo veneziano!

Com’era il procedimento per colorare i capelli?
Le donne veneziane hanno sempre voluto curare la propria bellezza, il biancore della pelle, la lucentezza della capigliatura e appunto il colore dei capelli. Per fare questo venivano aiutate dagli spezieri. Per avere la chioma color biondo veneziano si applicavano sui capelli un intruglio a base di fiori di lupino mescolato allo zafferano nonché cenere e urina di cavallo.

Seguivano un vero e proprio rituale vero?
Le donne veneziane salivano sopra i tetti delle case, indossando una tunica di seta bianca chiamata schiavonetto e mettendo in testa un cappello di paglia finissima senza calotta e con larghe tese su cui spargere i capelli in modo che rimanessero esposti ai raggi del sole, la cosiddetta solana, che serviva anche a coprire la pelle dal sole e mantenere la carnagione chiara. La tintura veniva stesa sui capelli lavati e ancora bagnati con una spugnetta imbevuta che donava riflessi dorati.

Dove si poteva comprare la tintura?
Premesso che la ricetta di questa tintura era tramandata a voce, gli ingredienti di questa pozione magica erano venduti da erboristi, profumieri e muschiari, ovvero gli esperti di prodotti per la cosmesi. In città vi erano molte erboristerie specializzate in arte aromataria sparsi in città, con le loro caratteristiche insegne. Tra i quali in Campo Santa Maria Formosa la bottega con l'insegna dell'Orso di Saba de' Franceschi e l'officina con l'insegna della Vecchia in campo San Luca. Mail più famoso e ricercato 'muschiaro' era Domenico Ventura in Mercerie, con l’insegna 'del Giglio'. Sembra che il suddetto speziero esportasse i suoi prodotti anche fuori da Venezia a nobili e principesse di tutto il mondo!

Al tempo qualcuno si prese la briga di scrivere la ricetta vero?
Nel 1555 un certo Giovanni Ventura si prese la briga di pubblicare un libretto con i segreti della colorazione: “A far li capelli biondi: pigliate calcina viva lire tre, litrigerio once tre, et lume di feccia et fareti bollire ogni cosa insieme in dodeci boccali di acqua, et fareti bollir finchè cali la terza parte, et lavaretevi il capo con liscia che sia cotta con la radice di cavoli over verze, et vedereti mirabili opera di bionda, et bagnatevi, et stareti al sole con la vostra solana solita”.

Si dice che le donne veneziane fossero molto vanitose…
Altroché, ovviamente parliamo di nobildonne la cui toilette poteva durare ore, e per tale scopo le dame avevano una loro stanza, dove stuoli di cameriere le aiutavano a farsi belle. Pensa che per essere slanciate portavano zoccoli con una zeppa vertiginosa che poteva anche raggiungere i 50 centimetri. Sembra assurdo, ma tieni conto che Venezia al tempo non era pavimentata e bisognava camminare tra fango e pozzanghere e comunque sia le dame non uscivano mai da sole, ma accompagnate ed aiutate da solerti cavalieri.

Per dare risalto a quel biondo particolare la pelle doveva essere bianchissima vero?
Esatto e le pazienti dame applicavano durante la notte sulla propria pelle del viso una maschera di succo di limone e albume oppure addirittura una polvere bianca che i mercanti importavano da Cipro, da qui il nome cipria. Se la pelle della dama era molto secca si sostituiva il succo di limone con “lardo di porco”. Fondamentale era anche il neo che a seconda della posizione sul viso assumeva un nome diverso e un particolare significato:
in mezzo alla fronte: MAESTOSO;
all’angolo dell’occhio: APPASSIONATO;
sul naso: SFRONTATO;
sulle labbra: GALANTE;
all’angolo della bocca ASSASSINO.

Ma ovviamente non solo le dame aristocratiche tenevano alla propria bellezza…
Sposare una figlia a Venezia era costosissimo e anche le famiglie più ricche difficilmente potevano permettersi più di una dote, quindi se una figlia si sposava, le altre finivano in convento. L’alternativa tra “maritar e monacar” era diventare cortigiana. E fare la cortigiana significava tenere prima di tutto alla propria bellezza e quindi alla cura del proprio corpo.

Al tempo il potere favoriva la prostituzione vero?
Per favorire il commercio e il turismo si chiudeva un occhio verso il mestiere più antico del mondo ma soprattutto perché il governo voleva evitare l’omosessualità che era considerato il pericolo primo per la sopravvivenza della città stessa. I tribunali dell’epoca lavoravano giorno e notte per punire le violenze nate da “atti contro natura”, decapitando e bruciando i malcapitati colpevoli. Pensa che il censimento del 1509 contò addirittura 11.164 cortigiane nella sola Venezia. Ed erano di due tipi: quelle da “lume” ovvero di basso rango che praticavano prezzi modici e frequentate dal popolino e quelle cosiddette “oneste” invidiate dalle altre perché potevano vantare una clientela d’alto rango e potevano permettersi abiti eleganti e sfoggiare chiome color biondo veneziano.
































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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI
http://www.museonazionaleabruzzo.beniculturali.it/index.php?it/149/breve-storia-del-ventaglio
https://it.wikipedia.org/wiki/Ventaglio
http://www.treccani.it/enciclopedia/ventaglio_%28Enciclopedia-Italiana%29/
https://velvetstyle.it/2016/06/14/il-ventaglio-un-accessorio-sempre-di-moda/



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