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INTERVISTA
IMPOSSIBILE 
Giò Stajano
La Contessa
La prima trans
italiana
Scrittrice,
giornalista, attrice e pittrice italiana. Prima dell'intervento
chirurgico di riattribuzione del sesso nel 1983, fu celebre come uno
dei primi omosessuali pubblicamente dichiarati in Italia
((Sannicola, 11
dicembre 1931 – Alezio, 26 luglio 2011))

Madame le sue origini? Mi chiamo Maria
Gioacchina Stajano Starace conte Briganti di Panico,
detta Giò, ma all’anagrafe ero Gioacchino, mio zio era
il gerarca fascista Achille Starace.
C’è un
episodio curioso nella sua infanzia… L’ho raccontato
più volte. Un giorno mio nonno mi portò a Palazzo
Venezia a Roma e mi diede in braccio a Benito Mussolini
e in quell'occasione feci la pipì addosso al duce.
La sua adolescenza? Sono stato un Giovane Figlio
della Lupa, Balilla, poi Avanguardista fino all’inizio
della guerra. Ma non ho mai abbracciato quegli ideali,
io dentro avevo altro. La cosa in famiglia non poteva
passare inosservata e venni addirittura sottoposto a una
cura a base di ormoni di scimmia nella speranza di
riportarmi sulla retta via. Ma fu un esperimento
fallimentare e anche mio padre finì per arrendersi.
Quando aveva 12 anni il fascismo cadde… I miei
genitori si separano, io a quel tempo frequentavo il
collegio dei Gesuiti di Mondragone. Terminato il liceo,
mi trasferii a Firenze, qui mi iscrissi all'Accademia
d'arte.
Poi Roma… Frequentai dapprima la
Facoltà di Lettere e Filosofia poi quella di
Architettura, divenni un discreto pittore e conobbi tra
gli altri De Chirico, Guttuso, Moravia e diventai amico
intimo di Novella Parigini la regina di via Margutta.
Nel 1956, durante l'edizione annuale della Fiera d'Arte
di via Margutta esposi i miei quadri, ottenendo un
discreto successo che mi permise di frequentare gli
ambienti che poi Fellini racconterà ne La dolce vita.
Chi le spianò la strada di quegli ambienti? La
mia guida protettiva, neanche a farlo apposta, fu un
deputato monarchico, Vincenzo Cicerone, che chiamavamo
Zia Vincenza. Lui mi portava nei posti di Roma dove era
possibile incontrare bei ragazzi, praticamente tutti
quelli in divisa che facevano la fila davanti alle case
di tolleranza.
Nel 1959 lei diede alle stampe il
libro “Roma capovolta”. Era un testo autobiografico
che raccontava le folli scorribande nell'alta società
romana e contemporaneamente la realtà omosessuale
nell'Italia dell'epoca. Il testo era esplicitamente gay
e fu sequestrato dalle autorità con l'accusa di
propagandare idee contrarie alla pubblica morale e
dannose per il costume.
Tutta pubblicità per
lei… Esatto, guadagnai le prime pagine della stampa
scandalistica e mi consacrò come l'omosessuale più
famoso d'Italia.
Anche altri suoi libri furono
censurati e tolti dalle librerie… Pubblicai “Meglio
l'uomo oggi” (cambiato poi con il titolo più innocuo
“Meglio l’uovo oggi” e poi “Roma Erotica” dove svelai
l'omosessualità di vari personaggi, fra i quali l'ex re
d'Italia Umberto II, chiamata nell’ambiente "Umbertina".
Furono ovviamente censurati ma vendetti molto
all’estero.
Quindi divenne famosa… Diciamo che
ero una dei protagonisti della dolce vita romana. Aprii
un locale e soprattutto ispirai Fellini facendo il bagno
nella fontana di Piazza di Spagna, prima che Anita
Ekberg lo facesse nella fontana di Trevi. Ero in
compagnia di Novella Parigini, la quale diede
l’imbeccata a pagamento ai paparazzi per finire sui
giornali,
Divenne attore per caso… Ottenni
tra le altre cose una particina nello stesso film di
Fellini. Recitavo la parte di Pierone, un ragazzone con
gli occhiali da secchione e il maglione dolcevita che
passava le dritte a Marcello Mastroianni. In seguito
lavorai sempre nel ruolo dell’effemminato con Steno,
Corbucci, Sordi, Pingitore e Dino Risi e collaborai fino
al 1961 con il settimanale scandalistico Lo Specchio.
La magistratura al tempo non le dava tregua…
Pensi che nel 1961, fui convocata per essere interrogata
dalla magistratura nell'ambito dello scandalo dei
“balletti verdi” nel bresciano, per protesta mi
presentai in pretura vestita da donna a lutto,
sferruzzando un gomitolo di lana nera.
Sul finire
degli anni sessanta collaborò col settimanale erotico
per soli uomini Men creato da Adelina Tattilo.
Rispondevo alle lettere dei lettori omosessuali nella
rubrica Il salotto di Oscar Wilde: questa rubrica fu in
assoluto il primo e per molti anni, l'unico spazio
rivolto ad un pubblico gay nell'editoria italiana. Nel
1971 divenni anche il direttore del periodico.
Nel 1983 si sottopose all'operazione di riattribuzione
chirurgica del sesso a Casablanca… Prima di quella
feci un lifting facciale completo e mi dotai di protesi
al silicone della quarta misura. Poi iniziai a pensare
all’operazione, ma non fu per nulla facile. L’intervento
costava molto e l’unica soluzione era quella di
affidarmi alle mani del chirurgo dello scandalo e
dell’utopia, Georges Burou, che operava nella mitica
Casablanca. Alla fine ci riuscii e finalmente potevo
chiamarmi con orgoglio Maria Gioacchina. Mia madre mi
chiamò per la prima volta “figlia mia”. Iniziai così il
periodo più dissennato della mia vita: prostituta d’alto
bordo e pornostar. Una vita riprovevole, che allora mi
sembrava il massimo della femminilità.
Tornò a
fare la scrittrice… Alcuni anni dopo pubblicai
un’altra autobiografia intitolata “La mia vita
scandalosa”, divenendo così l'unica scrittrice italiana
ad aver pubblicato testi prima e dopo il cambio di
sesso.
Gli ultimi anni? La mia ricerca
interiore mi portò al riavvicinamento alla religione
cattolica. Dichiarai alla stampa di voler entrare in un
monastero femminile, ma di non poterlo fare unicamente a
causa del mio cambio di sesso perché non riconosciuto
come legittimo dalla Chiesa cattolica.
Ma lei
non si demoralizzò… Dopo un lungo peregrinare trovai
accoglienza presso le monache di Betania del Sacro
Cuore, nei dintorni di Vische in Piemonte, in qualità di
suora laica. In cerca di pace e serenità iniziai un
percorso di vita modesta, appartata, addirittura casta.
Tra le ultime apparizioni pubbliche concessi
un’intervista televisiva a Paolo Bonolis nel 2008 e una
a Piero Chiambretti nel novembre 2009. Consapevole,
stimolante, peccaminosa è stata colei che più di tutti
ha rivoluzionato i costumi sessuali italiani. Muore in
una casa di riposo di Alezio il 26 luglio 2011, all'età
di 79 anni e viene sepolta nella cappella di famiglia a
Sannicola.
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CURA DI ADAMO BENCIVENGA REALIZZATA GRAZIE A:
https://it.wikipedia.org/wiki/ Gi%C3%B2_Stajano
https://www.linkiesta.it/it/art icle/2011/07/27/racconto-
litalia-del-vizio-muore-gio-sta jano-prima-trans-italiana/5930/
© Adamo Bencivenga - Tutti i diritti riservati
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