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INTERVISTA IMPOSSIBILE




 


Giuseppina di Beauharnais
La bella Creola
Marie-Josèphe-Rose, originaria della Martinica, è stata in seconde nozze la prima moglie dell'imperatore Napoleone I.
A Parigi dicevano di lei: “Nessuna prostituta di Francia, per quanto navigata, ha un decimo dell'abilità e delle conoscenze di Joséphine.”
La signora delle rose







((Les Trois-Îlets, 23 giugno 1763 – Parigi, 29 maggio 1814))
 

Madame perché è famosa?
Il mio nome completo è Marie-Josèphe-Rose Tascher de La Pagerie e sono stata la prima moglie dell'imperatore Napoleone I dal 1796 al 1809. Quindi sono stata imperatrice dei francesi dal 1804 al 1809 e Regina d'Italia dal 1805 al 1809.

Le sue origini?
Nacqui in una grande proprietà della Martinica, mio padre Joseph-Gaspard Tascher de La Pagerie era giunto in Martinica nel 1726 per fare fortuna, ma l'unico suo successo fu quello di sposare una donna di un ceto sociale più alto e più ricca di lui, che gli aveva portato in dote una piantagione di canna da zucchero.

Che tipo era suo padre?
Libertino e scialacquatore, malgestì le proprietà avute e alla morte di mio nonno materno, la famiglia non ricevette l'eredità che sperava, ma molti debiti. Quando la casa di famiglia fu distrutta da un uragano nel 1766, mio padre non possedeva a sufficienza denaro per farla ricostruire, preferendo ristrutturare solo il piano superiore della raffinerie di zucchero della piantagione, dove io mia madre e le mie sorelle andammo ad abitare.

Come fu la sua infanzia?
In famiglia mi chiamavano con il vezzeggiativo di Yéyette e passavo le mie giornate con Marion, la mia amata nutrice mulatta e giocavo spesso con i figli degli schiavi. Fui colpita da un lieve attacco di vaiolo e venni mandata a studiare nell'istituto religioso delle Dames de la Providence di Fort-Royal dove appresi un'istruzione approssimativa in cultura umanista, catechismo, disegno, danza, musica e canto. Purtroppo le ristrettezze economiche della mia famiglia mi impedirono di proseguire gli studi in Francia e ricevere un'educazione adeguata a ragazze del mio rango.

La sua adolescenza madame?
Uscii dal collegio a quattordici anni tornai a vivere in famiglia. Fu in questo periodo che ricevetti da un'indovina mulatta una predizione sul mio futuro. La maga mi disse che avrei avuto un matrimonio infelice da cui sarei rimasta vedova, ma in seguito avrei avuto una corona e un ruolo «più alto di quello di una regina».

Ed in effetti si sposò subito dopo.
In circostante alquanto curiose direi. La proposta di matrimonio da parte del visconte Alexandre de Beauharnais arrivò dalla Francia ed era indirizzata a mia sorella Catherine Désirée, la quale nel frattempo era morta a causa di una febbre maligna. A quel punto mio padre, per non perdere la vantaggiosa proposta, che in qualche modo avrebbe risolto le precarie condizioni economiche della famiglia, accettò lo stesso l’invito e mi accompagnò in Francia a bordo della Ile de France.

Sbarcaste a Brest il 12 ottobre 1779.
Il matrimonio venne celebrato il 13 dicembre 1779 a Noisy-le-Grand. Mio marito aveva appena compiuto diciotto anni ed io ne avevo tre di meno.

Il matrimonio non iniziò bene…
Andammo ad abitare in casa Beauharnais in centro a Parigi, Ero costantemente criticata da mio marito che mi riteneva troppo provinciale, ignorante e grossolana per essere presentata nell'alta società. Lui del resto era poco presente e spesso lontano dal letto coniugale sia per doveri militari che per le sue numerose relazioni amorose.

Si calcola che su due anni e nove mesi di matrimonio suo marito avrebbe vissuto con lei meno di dieci mesi
Nonostante il poco tempo mettemmo comunque al mondo due figli Eugène nel 1781 e due anni dopo Hortense. Tra i due eventi Alexandre partì per la Martinica senza avvisarmi, assieme alla sua amante Laura de Longpré.

Si parla di un comportamento a dir poco deprecabile…
In Martinica, Alexandre dette scandalo per il suo comportamento con madame de Longpré e altre signore del luogo, inimicandosi la mia famiglia che lo aveva inizialmente ben accolto. La nascita prematura di Hortense permise ad Alexandre di insinuare il dubbio che non fosse il padre della bambina. Alla fine mi scrisse una violenta lettera di accuse intimandomi di lasciare la casa di Parigi ed entrare in convento.

Lei cosa fece?
Entrai nel convento di Penthemont, un rifugio per aristocratiche in difficoltà. A contatto con numerose dame dell'ancien régime appresi usi e costumi da tenere in società, affinando le mie qualità mondane. Dopo alcune settimane dopo avviai le pratiche per la separazione e il 5 marzo 1785 arrivammo alla separazione consensuale ottenendo la custodia della piccola Eugène fino ai suoi cinque anni e quella di Hortense.

Quando uscì dal convento nacquero vari pettegolezzi sulle sue presunte relazioni e persino su una sua gravidanza…
Ero libera no? Comunque andai ad abitare con mio suocero e mia zia a Fontainebleau, lì frequentai parecchi nobili e borghesi, partecipando alla vita di società. Poi nel 1788 partii da Le Havre per la Martinica assieme a mia figlia, ma lì trovai la casa assediata dai creditori. Mi rimboccai le maniche intrecciando nuove relazioni frequentando balli e ricevimenti con gentiluomini provenienti dalla Francia ai quali chiesi aiuti economici.

Come finì?
Purtroppo in Francia era scoppiata la rivoluzione e l'eco arrivò fino in Martinica, facendo scoppiare varie rivolte capeggiate da schiavi, mulatti e bianchi senza privilegi. A quel punto non mi rimase che prendere mia figlia e fuggire di nuovo in Francia.

Cosa trovò a Parigi?
Mio marito Alexandre aveva abbracciato le idee rivoluzionarie e rinunciando ai privilegi feudali era stato eletto presidente dell'Assemblea costituente. Fu lui a organizzare l'arresto e il ritorno a Parigi della famiglia reale fuggita e fermata a Varennes.

In questo periodo nuovamente le vengono attribuite numerose relazioni sentimentali a sfondo sessuale…
Non dovendo occuparmi dei figli mandati in collegio a studiare, lasciai la casa di Fontainebleu e nell'ottobre 1791, mi trasferii in un appartamento in affitto nel centro della capitale, per essere più vicina alla vita mondana dei salotti e dei teatri parigini. Qui ebbi modo di conoscere varie persone di spicco dell'epoca.

Il Regime del Terrore era alle porte…
Fu approvata la legge dei sospetti secondo la quale ogni nobile era un possibile controrivoluzionario, che poteva essere arrestato e ghigliottinato. In questo clima cercai di salvaguardare me stessa e i miei figli, tentando di adattarmi il più possibile al nuovo clima repubblicano. Mandai i miei figli a imparare un mestiere, abbandonai il titolo nobiliare e mi definii nelle lettere alle autorità una fervente sanculotta, firmandomi "Cittadina Beauharnais". Poi mi trasferii a Croissy per cercare di rimanere nell'anonimato ed ottenni dalla municipalità locale il certificato di cittadinanza. Era il 26 ottobre 1793.

Venne comunque arrestata…
Sia io che mio marito ci ritrovammo nella prigione dei Carmelitan. Lui fu accusato di essere un cospiratore mentre io venni denunciata da una lettera anonima. In carcere instaurai una relazione amorosa con il generale Lazare Hoche che mi permise di vivere degnamente la prigionia. Mio marito purtroppo venne giustiziato, mentre il dossier che riportava varie accuse nei miei confronti per incanto scomparve. Alla caduta di Robespierre uscii di prigione. Era il 6 agosto 1794

A quel punto era libera e vedova…
Mio marito era stato la mia principale fonte di rendita, quando uscii di prigione Rose dovetti far fronte alle precarie condizioni economiche in cui versavo. Con il mio charme mi ricreai amicizie influenti, che usai per recuperare la mia casa parigina e molti dei beni appartenuti ad Alexandre. Divenni l’amante di Paul Barras, uno dei capi del Direttorio e così facendo migliorai il mio tenore di vita e quello dei miei figli: mandai Eugène a studiare al Collège Irlandais, mentre Hortense alla prestigiosa scuola fondata e diretta da madame Campan.

Negli stessi salotti che frequentava vi era ospite anche il giovane generale corso Napoleone Bonaparte….
Ci conoscemmo più approfonditamente grazie ad un favore che il generale concesse ad Eugène e lei volle incontrarlo per ringraziarlo. Poi colpito dalle mie grazie iniziammo a frequentarci e ben presto diventammo amanti. Lui in poco tempo si innamorò visceralmente di me. Nelle sue lettere d'amore mi chiamava Joséphine, Giuseppina, sfruttando il mio secondo nome di battesimo.

Di sicuro Napoleone aveva letto un libello circolante a Parigi: «Nessuna prostituta di Francia, per quanto navigata, ha un decimo dell'abilità e delle conoscenze di Joséphine.
Non conosco questo libello, posso però leggerle quello che mi scrisse quando per circostanze che non ricordo ci separammo temporaneamente: «Quale felicità mi dai quando attingo alle tue labbra e al tuo seno la fiamma che mi fa ardere. È accaduto questa notte come tutte le altre che abbiamo passato insieme. Ora però tu dei partire e fra tre ore mi dovrò privare di te. Ma nell'attesa, “mio dolce amor” (in italiano queste tre parole), riceve un milione di baci. Ma ti supplico: non ricambiarne nemmeno uno, perché ogni tuo bacio brucia una parte del mio sangue».

Innamorato al punto di chiederle di sposarlo…
Napoleone me lo chiese direttamente ma io tergiversai. Ero spaventata dalla sua forte passionalità e soprattutto dalla sua forza di dominare. Alla fine, convinta che Napoleone avrebbe potuto arrivare in alto, accettai di sposarlo. Eugène accolse abbastanza positivamente la notizia, avendo intenzione di fare carriera militare, mentre Hortense, avendo in antipatia il generale, pianse lacrime amare.

Quando avvenne il matrimonio?
Ci sposammo civilmente la sera del 9 marzo 1796 a Parigi, nell'hotel Mondragon. La cerimonia venne officiata da un funzionario. Entrambi mentimmo sull'età, dichiarando di avere ambedue ventotto anni. Erano presenti alcuni amici e colleghi, ma nessun parente. Lui mi donò per le nozze un anello con una piccola iscrizione: «Al destino».[57]

Due giorni dopo le nozze, Bonaparte, che era stato nominato capo dell'Armata d'Italia, partì per raggiungere il suo esercito…
In quel periodo ricevetti moltissime lettere appassionate nelle quali mio marito mi reclamava accanto a lui. Ma per molti mesi mi rifiutai accampando vari malesseri. Alla fine acconsentii di raggiungerlo a Milano e facendomi accompagnare da alcuni amici tra cui il mio giovane amante Hippolyte Charles, di cui mi ero pazzamente innamorata.

Nonostante fosse terribilmente amata da suo marito e continuasse con discrezione la sua tresca gli storici dicono che lei si annoiava terribilmente a Milano.
A Milano continuai il mio stile di vita sfarzoso e lui non mancava giorno di dirmi che mi adorava come fossi una dea, ma quel posto non era fatto per me per cui iniziai a viaggiare visitando così Ferrara, Bologna, Lucca e Livorno, per poi tornare a Milano.

Finita la campagna d’Italia tornaste a Parigi.
Dopo le tante vittorie di mio marito fummo incoronati imperatore e imperatrice dei Francesi nel 1804 nella cattedrale di Notre-Dame. Acclamata dalla folla passai un periodo splendido ma, quando apparve chiaro che per questioni anagrafiche non potevo dare un erede a Napoleone, l'imperatore in persona decise di avviare le pratiche per la dichiarazione di nullità del matrimonio, prontamente riconosciuta dall'ufficiale dell'arcidiocesi parigina l'11 gennaio 1810.

Rimase in buoni rapporti con Napoleone…
Dopo la dichiarazione di nullità del matrimonio, vissi gli ultimi anni della mia vita nel castello di Malmaison, vicino a Parigi. In quella dimora continuai la mia opera di restauro e di abbellimento sia dell'edificio che del parco. In particolar modo mi presi cura delle rose e feci piantare nei giardini della tenuta oltre duecento varietà provenienti dalla Persia. Da queste rose venne in seguito isolata prima la Rosa tea e, successivamente, la Ibrida perenne, dai fiori doppi e rifiorenti e dalla quale discendono molte delle rose che attualmente sono in commercio.

Alla sua morte, avvenuta nel 1814, fu seppellita non lontano da Malmaison, nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Rueil. Accanto a lei fu in seguito sepolta la figlia Hortense. Eugenio di Beauharnais fu Viceré del Regno Italico; sposò Augusta di Baviera. Sua figlia Giuseppina sposò il re Oscar I di Svezia. Ortensia di Beauharnais sposò Luigi Bonaparte (fratello di Napoleone) nel 1802, divenendo in seguito regina d'Olanda. Il figlio di Ortensia divenne imperatore dei francesi con il nome di Napoleone III.


 

 
 
 



L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E' STATA REALIZZATA
 GRAZIE A:

https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppina_di_Beauharnais







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