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INTERVISTA IMPOSSIBILE


Annie Girardot
«Partir, revenir»
Nella sua carriera ha preso parte ad almeno un centinaio di film e in Italia si è fatta conoscere nel 1960 per il ruolo della prostituta in «Rocco e i suoi fratelli» di Luchino Visconti. Sul set conosce Renato Salvatori
(Parigi, 25 ottobre 1931 – Parigi, 28 febbraio 2011)

 



Madame le sue origini?
Sono nata a Parigi nel 1931. A vent’anni frequentavo di giorno il conservatorio di Rue Blanche e la sera facevo qualche apparizione nei cabaret, come quello della Rose Rouge a Montmartre. Mi facevo chiamare Annie Girard.

In uno di questi spettacoli la nota nientemeno che Jean Cocteau…
Oh sì lui fu molto caro con me, pensi che mi descrisse come «il più bel temperamento drammatico del dopoguerra».

Poi comincia a recitare nel cinema…
Era il 1956, quando debuttai nel film Treize à table per il quale vinsi il Prix Suzanne Bianchetti. Ma il successo venne nel 1960 quando interpretai una prostituta sexy, passionale, imprevedibile e affascinante nel film di Luchino Visconti Rocco e i suoi fratelli insieme ad Alain Delon e Renato Salvatori.

Conosceva Renato Salvatori?
No, lo incontrai sul set per la prima volta. Lui era già famoso, il povero ma bello che nel film interpreta la parte di Simone, uno dei fratelli di Rocco. Ci piacemmo quasi subito, lui mi fece una corte sfrenata e ci sposammo due anni dopo a Parigi ed abbiamo avuto una figlia insieme, la meravigliosa Giulia. Con Renato poi ci separammo ma rimanemmo sempre in buoni rapporti.

Chi era Renato?
Era un toscano nato in provincia di Lucca nei pressi di Forte dei Marmi nel 1933 da una famiglia operaia non certo benestante. Da giovane aveva lavorato come marmista nell’azienda del padre, saltuariamente faceva il cameriere e l’aiuto bagnino presso uno stabilimento balneare di Forte dei Marmi. Proprio su quella spiaggia frequentata dai ricchi del posto venne notato dal regista Luciano Emmer il quale intravide in quel soggetto già scafato e disinvolto un futuro attore. Gli fece fare un provino e poi lo scelse per una parte nel film Le ragazze di piazza di Spagna, ma il successo e la popolarità per Renato arrivò grazie alla trilogia di Dino Risi: “Poveri ma belli” (1956), “Belle ma povere” (1957) e “Poveri milionari” (1958).

Anche la sua carriera dopo quel film decollò…
Monicelli nel 1963 mi scelse per «I compagni» e Marco Ferreri un anno dopo mi mise a fianco Ugo Tognazzi per interpretare «La donna scimmia», una grottesca demistificazione delle convenzioni matrimoniali. Patroni Griffi nel 1969 mi scelse per interpretare il film “Metti una sera a cena”.

Poi tornò a Parigi…
Mi furono affidati ruoli drammatici e romantici, come ne «Il vizio e la virtù» di Roger Vadim o «Vivere per vivere» di Claude Lelouch. Poi con il film «I miserabili» vinsi il premio Cesar.

Nel 2002 interpretò «La pianista» e nel 2005 «Niente da nascondere».
Sì ma il cinema era cambiato ed io non ero più la stessa. La mia mente cominciava a svanire ed allora sentii dentro di me l’urgenza di afferrare i ricordi prima che scomparissero e decisi di scrivere una mia biografia nel libro «Partir, revenir».

L'anno dopo la figlia, Giulia Salvatori, rivelo’ il dramma di Annie raccontando ne «La memoire de ma mere» la discesa nel buio della grande attrice. Annie soffriva da tempo del morbo di Alzheimer «Mia madre - diceva Giulia - non ricorda più che era un'attrice». Si è spenta a 79 anni nel 2011 all'ospedale Lariboisière di Parigi. Suo marito Renato Salvatori era morto 22 anni prima nel 1988 a soli 54 anni.




 

 
 
 



L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E' STATA REALIZZATA
 GRAZIE A:

https://www.iltempo.it/cultura-spettacoli/2011/03/02/news/addio-girardot-musa-di-salvatori-e-della-dolce-vita-832412/
https://it.wikipedia.org/wiki/Annie_Girardot




 

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