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MUSICA PASSIONE 
A mano a mano
Il senso del tempo
«Ma dammi la mano e torna vicino, può nascere un fiore nel
nostro giardino…» (Riccardo Cocciante/Rino Gaetano, 1978)

«A mano a mano ti accorgi che il vento, ti
soffia sul viso e ti ruba un sorriso, la bella stagione
che sta per finire, ti soffia sul cuore e ti ruba
l'amore»
Adamo cosa ti ricordano questi
versi: “Ma dammi la mano e torna vicino, può nascere un
fiore nel nostro giardino…” Come si fa a non
ricordare A mano a mano di Cocciante…
Come nasce?
Il brano è stato registrato su 45 giri nel 1978 da
Riccardo Cocciante, ma passò quasi inosservato. Il
grande successo lo ottenne con la versione live di Rino
Gaetano.
Perché Gaetano incise questa canzone?
Nel 1981 la RCA, casa discografica di entrambi,
organizzò un Qconcert, vale a dire uno spettacolo dal
vivo in cui più artisti cantavano delle canzoni, le
quali venivano inserite in un mini-Lp, chiamato
all’epoca Qdisc. Nell’occasione Riccardo Cocciante cantò
Aida e Gaetano appunto A mano a mano, entrambi
accompagnati dal gruppo New Perigeo.
Dicono
che nella scaletta del concerto quella canzone non era
prevista. Infatti esiste una leggenda raccontata dal
regista Ferzan Özpetek che utilizzò la canzone come
colonna finale di Allacciate le cinture. La leggenda
narra che nel bel mezzo del concerto il cantautore
calabrese abbia intravisto tra gli spettatori la sua ex
fidanzata andare via. Forse a causa di un improvviso
ritorno di fiamma, forse a causa d’un ricordo improvviso
o forse del tutto involontariamente, Rino Gaetano
cominciò a cantare questa canzone…
Qual è la
differenza tra le due versioni? Praticamente due
canzoni diverse! Quella di Cocciante è una canzone
malinconica, cupa, propria di un uomo che ha acquisito
una struggente ed amara consapevolezza della fine di un
amore. Invece il ritmo di Gaetano è più leggero e
incalzante e dà alla canzone un significato di speranza
come se quel rapporto fosse solo paragrafo interrotto e
non concluso.
Chi sono gli autori? Il brano
nasce dalla collaborazione di Cocciante con Marco
Luberti, un paroliere e discografico romano. Luberti era
già stato autore e produttore dei precedenti successi
come Bella senz’anima, Quando finisce un amore, Poesia e
Margherita.
Comunque… una canzone triste? Beh
sì, parla di un amore finito, ma anche della speranza
che possa in qualche modo rinascere dalle sue ceneri. A
mano a mano il tempo passa e sbiadisce i ricordi,
rendendoli sogni quasi assurdi, ma ad un certo punto
quel lento scorrere diventa un urlo passionale, un fiore
“del nostro giardino”, all’apparenza fragile, che
riprende a fiorire forte e vigoroso. Insomma una ferita
che ha cambiato per sempre i due amanti, li ha scossi e
allontanati senza però dividerli completamente.
Ecco perché esorta la sua donna dicendo: “…ma dammi la
mano e torna vicino…” Più che è una speranza è un
inno all’affetto. I due vivevano insieme “di quando
vivevi con me in una stanza”, forse le condizioni
materiali non erano ottimali “non c’erano soldi ma tanta
speranza”, ma l’amore trionfava su tutto. Poi però mano
mano che il tempo passa, i due si allontanano “a man
mano mi perdi e ti perdo”. Ed oggi forse non sarà più
come prima, ma l’intensità di quella storia passata è
così forte e viva per poter essere dimenticata.
Oltre alla struggente storia d’amore possiamo dare al
brano il senso dello scorrere del tempo? Oh certo! Un
tempo che chiede spazio e fiducia, un tempo che matura
le persone e in qualche modo risana il passato, un tempo
consapevole, lento, silenzioso, che a volte sembra
indietreggiare, fermarsi per poi riprendere più
vigoroso.
Gaetano la canta del 1981, come ci
arriva? A mano a mano è una delle rare canzoni
dichiaratamente d’amore, Gaetano preferiva testi ironici
e di denuncia spesso celata dietro scritti
apparentemente disimpegnati. Originario della Calabria
si trasferì a Roma e iniziò, col suo stile buffonesco,
ad esibirsi al Folkstudio. Da sempre poco interessato
agli ideali della sinistra, le sue esibizioni
risultavano essere improponibili per quel pubblico
sofisticato e pseudo intellettuale del locale. Il
successo arrivò nel 1975 con il 45 giri Ma il cielo è
sempre più blu. Si trattava in realtà di un 45 giri
piuttosto atipico: conteneva una sola canzone divisa in
due parti. L’anno successivo fu la volta di Mio fratello
è figlio unico e poi in sequenza Aida, Berta filava,
Nuntereggae più e la sanremese Gianna eseguita da
Gaetano in tuba nera, frack e accompagnato da un
ukulele.
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L'ARTICOLO E' A CURA DI ADAMO BENCIVENGA E' STATO
REALIZZATO GRAZIE A: https://www.unamusicapuodire.it/ric
cardo-cocciante/a-mano-a-mano
http://www.artspecialday.com/9art/20
17/03/11/beyondthelyrics-a-mano-a-mano/
http://blogiovanirieti.altervista.o rg/rino-gaetano-mano-mano/
https://amanoamanospaziovago.wordpre ss.com/a-mano-a-mano/
https://it.wikipedia.org/wiki/Rino_Gaetano..

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