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RACCONTI

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Adamo Bencivenga
PROSSIMA FERMATA
DOXVILLE
DODICESIMA PARTE











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MARTEDI’ 3 APRILE 2018. ORE 7:20.
ELISABETH MANDA UN MESSAGGIO A JULIAN
Elisabeth: Ci sei?
Julian: Qui sta succedendo il finimondo…
Elisabeth: Lo immaginavo.
Julian: Non posso stare al telefono.
Elisabeth: Ascolta, domattina prima di andare in ufficio puoi passare da me?
Julian: E tuo marito?
Elisabeth: Lui esce alle sette in punto. Vieni qui, se trovi il cancello aperto entra altrimenti aspetta.
Julian: Ok, sempre che non ci sia il terremoto stanotte!
Elisabeth: A domani.




*****



MERCOLEDI’ 4 APRILE 2018. ORE 7:20
JULIAN ENTRA IN CASA DI ELISABETH.

Julian: Sei sola?
Elisabeth: Entra, entra non preoccuparti.

LEI E’ IN VESTAGLIA DI SETA NERA, SI BACIANO POI LEI LO PRECEDE IN CUCINA.
Elisabeth: Prendi un caffè?
Julian: Grazie ne ho tanto bisogno.
Elisabeth: Cosa c’è Julian?
Julian: Non ho dormito, tutta la notte a parlare fino all’alba. Altro che Stasi, un vero e proprio terzo grado!
Elisabeth: Allora è un buon segno.
Julian: Ma che dici sei fuori di testa?
Elisabeth: Tranquillo. Non vuole lasciarti.
Julian: Perché dici questo?
Elisabeth: Se avesse già preso una decisione ti avrebbe fatto trovare la valigia pronta e stop.
Julian: Ma cosa le hai detto ieri di tanto sconvolgente?
Elisabeth: Ecco appunto. Volevo parlarti dell’incontro, ma poi i fatti mi hanno preceduto. Comunque non ho né negato né ammesso nulla, le ho ripetuto che sono fatti vostri.
Julian: Come ti sei sentita quando ti si è presentata davanti?
Elisabeth: Ero abbastanza tranquilla e sinceramente prima o poi sapevo che sarebbe accaduto.
Julian: Voleva sapere di venerdì vero?
Elisabeth: Di venerdì ed altro, ma credo alla fine di averla convinta che non ero io l’interlocutrice giusta e che quelle domande non andavano rivolte a me o a te, ma a se stessa.
Julian: Ti ha fatto domande specifiche sui nostri rapporti intimi vero?
Elisabeth: Avrei voluto dirle che sei un amante eccezionale…
Julian: Dai non scherzare…
Elisabeth: Ho potuto percepire che per lei il sesso è davvero importante anzi direi un’ossessione. Lo ha chiamato linea di confine e voleva sapere da me se lo avessimo fatto e decidere quindi se fosse ancora in tempo.
Julian: Ti ha detto così?
Elisabeth: È stata veramente incalzante, ma ripeto non ho né confermato né negato. Per mia natura avrei detto la verità, ma coinvolgendo un’altra persona ho preferito rimanere sull’equivoco.
Julian: Cosa lei hai detto di preciso?
Elisabeth: Le ho detto che avrebbe potuto avere la certezza del tradimento solo nel caso in cui tu ti dimostrassi freddo con lei.
Julian: Veramente nel nostro rapporto sono stato sempre io a cercarla… È stata sempre lei la persona fredda nel rapporto.
Elisabeth: Allora non si deve lamentare, un uomo ha bisogno di sentirsi maschio e sappi mio bell’amante io se tu non mi volessi più o avessi altri grilli per la testa me ne accorgerei nel giro di quarantotto ore…
Julian: Tu sei diversa…
Elisabeth: Intendi un po’ troia?

ELISABETH IN PIEDI ALLARGA LE BRACCIA IN MODO CHE I LEMBI DELLA VESTAGLIA SI APRANO MALIZIOSAMENTE.
Julian: Intendo che sei una donna calda, la donna che ho sempre desiderato… Ecco vedi?
Elisabeth: Non guardare!
Julian: Sei meravigliosa, anche in queste situazioni mantieni la tua femminilità.
Elisabeth: Ecco esattamente quello che penso! È questo che a tua moglie sfugge. Ed è questa è la prova provata che non sono io la causa…
Julian: È la prova provata che ti amo.

LUI SI AVVICINA.
Elisabeth: Smettila! Quanto zucchero vuoi?
Julian: Lo prendo amaro.
Elisabeth: In conclusione mi ha chiesto di aiutarla interrompendo unilateralmente il nostro rapporto.
Julian: E tu?
Elisabeth: Intuendo che fosse una domanda ingannevole le ho risposto come al solito ovvero che tra due amici non esiste un addio.
Julian: Ma tu hai negato?
Elisabeth: Tesoro mio, negare è come ammettere, confessare… E pensare che a tua moglie ho detto che saresti stato un ottimo psicanalista!
Julian: E cosa le hai detto?
Elisabeth: La migliore difesa è l’attacco per cui ho cercato di spostare la conversazione sul vostro rapporto. Ovvio che si è risentita e mi ha detto che non sono affari miei.
Julian: Ma, come hai detto tu, lei crede che sia tu la causa.
Elisabeth: Infatti mi ha ripetuto quanto tu fossi cambiato da quando mi hai incontrata. È vero?
Julian: Come non potrebbe esserlo, tu hai il potere di cambiare gli uomini a tuo uso e piacimento.
Elisabeth: Lo devo considerare un complimento?
Julian: Fai tu… e poi?
Elisabeth: Beh io penso che sia come scoprire il mare a vent’anni ed emozionarsi… Senz’altro ti accorgi che qualcosa mancava nella tua sfera emotiva.
Julian: Lei non ha un animo così sensibile…
Elisabeth: Ancora mi domando come tu abbia potuto stare insieme a lei in tutti questi anni…
Julian: Dai tesoro, ti prego, non sparare sulla Croce Rossa.
Elisabeth: Cosa vuoi fare?
Julian: Non lo so.
Elisabeth: Alle volte mi chiedo se tu abbia mai preso una decisione nella tua vita oltre a seguire il corso degli eventi sposandoti e fare figli…
Julian: Ma io ora so quello che devo fare, il problema è che se lo facessi lei diventerà così vendicativa da proibirmi di vedere i miei figli.
Elisabeth: Tesoro ho paura che anche questo stia diventando un pretesto.
Julian: Cosa devo fare?
Elisabeth: E lo chiedi a me?
Julian: Sei parte in causa.
Elisabeth: Ascolta, io non so come andrà a finire questa storia, ma sono convinta che tu debba sfruttarla a tuo uso e consumo…
Julian: Ovvero?
Elisabeth: O ti accontenti oppure è venuto il momento di farle capire che lei in questi anni si è adagiata troppo ed il pericolo è sempre dietro l’angolo. Quindi in questo caso o il vostro rapporto migliora oppure dovrai affrontare la vita in altro modo indipendentemente dai figli.
Julian: Dici insieme a te?
Elisabeth: Anche la mia situazione non deve essere un pretesto per te. Ora ti vedo come un bimbo che cerca rassicurazioni, ma la vita tesoro è fatta in modo di non averle mai queste certezze.
Julian: Sarai sempre al mio fianco?
Elisabeth: Non lo so. Nessuno mai potrà darti questa certezza e men che meno la sottoscritta.
Julian: Mi metti paura, non ti ho mai vista così decisa.
Elisabeth: Tesoro, noi sappiamo come è nata. Due solitudini per ragioni diverse che si sono incontrate.
Julian: Ti sto combinando troppi casini, vuoi lasciarmi?
Elisabeth: Non ci penso proprio, ma in un certo senso l’incontro con tua moglie, mi ha scossa anche se in quel frangente lei era la parte debole ed io quella che ostentava sicurezza.
Julian: Ti ha fatto pena?
Elisabeth: Forse sì, ma ripeto non voglio accollarmi di problemi non miei.

ELISABETH BEVE IL CAFFE’. JULIAN SI AVVICINA DI NUOVO E LA BACIA SUL COLLO. LEI QUESTA VOLTA NON LO RESPINGE.
Julian: Che stupido, vengo a chiedere certezze proprio a te!
Elisabeth: Il nostro rapporto sta crescendo Julian ed è meraviglioso, non voglio che sia inquinato da misere convenienze. Mi capisci vero?
Julian: Capisco che non posso fare a meno di te. Capisco che il lato migliore dei nostri rapporti intimi è la clandestinità. Capisco che il sesso alla luce del sole non ha lo stesso sapore. Capisco che…

LEI SCOPRE LEGGERMENTE IL SUO SENO.
Elisabeth: Vuoi baciarlo?
Julian: Oh sì…
Elisabeth: Mi desideri vero?
Julian: Sì.
Elisabeth: Quanto?
Julian: Quanto che ora mi sto chiedendo dove sia la tua camera da letto.
Elisabeth: Non ti piacerebbe farlo qui in cucina?
Julian: Su questo tavolo di marmo tipo Il postino suona sempre due volte?
Elisabeth: Sarebbe scomodo però…
Julian: Un po’ sì…

LEI APRE COMPLETAMENTE LA VESTAGLIA. E’ SENZA MUTANDINE.
Elisabeth: Vuoi baciarla vero?
Julian: Voglio baciare lei e tutto il resto…
Elisabeth: Così mi fai impazzire, oh sì accarezzami, baciami, stringimi… Fammi tua…
Julian: Ti voglio…
Elisabeth: Non lo abbiamo mai fatto di mattina presto… e poi qui a casa mia…
Julian: Dio amore, non so dove mi porterà tutto questo, ma sono certo di volerci andare…
Elisabeth: Per ora seguimi, per il resto ci penseremo.

ATTRAVERSANO LO STRETTO CORRIDOIO ABBRACCIATI. ORA SONO NELLA CAMERA DA LETTO. LUI LA DISTENDE CON FORZA SUL LETTO MATRIMONIALE.
Julian: Oddio ma come hai fatto in tutti questi anni senza di me? Sei così calda… Fammi perdere tra le tue cosce.
Elisabeth: Vieni dentro di me pazzo amore mio.
Julian: Tuo marito non tornerà vero?
Elisabeth: Ancora pensi che lui possa contrastare il nostro rapporto? Che sia un tuo rivale?
Julian: È tuo marito!
Elisabeth: Ma è inoffensivo…
Julian: Inoffensivo o meno ha il diritto di non essere tradito o decidere lui quando.
Elisabeth: Quando cosa?
Julian: Quando farsi scopare la moglie da un altro.
Elisabeth: Mi piace questo concetto! Dio come sei trasgressivo!
Julian: Sarebbe alquanto imbarazzante se tornasse indietro con una banale scusa.
Elisabeth: Non torna Julian, non torna.
Julian: E come fai ad essere così sicura?
Elisabeth: Perché stamattina gli ho detto che avevo incontrato tua moglie in treno e che tu saresti venuto qui per parlarne.
Julian: Quindi sa che ora sono qui tra le braccia di sua moglie… Sul suo letto matrimoniale…
Elisabeth: Non ho detto questo.
Julian: E cosa hai detto?
Elisabeth: Che sono tranquilla del resto credi che ti avrei invitato a casa mia così facilmente?
Julian: Infatti mi domandavo…
Elisabeth: Non chiederti nulla, sappi solo che lui non tornerà anche se si fosse dimenticato le chiavi della macchia, ma che comunque non è stupido e non fa nulla per nulla.

LA DONNA ORA TOGLIE LA VESTAGLIA, ORA E’ COMPLETAMENTE NUDA.
Julian: Dio come sei bella.
Elisabeth: Tesoro prendimi ora!
Julian: Eccomi.
Elisabeth: Non mi hai mai preso nuda.
Julian: Sei bellissima.
Elisabeth: Lo sento sta salendo… è solo mio vero?
Julian: E di chi?
Elisabeth: Sai mentre mi parlava io fissavo il viso di tua moglie e pensavo alle sue smorfie quando la fai godere!
Julian: Sei incredibile!
Elisabeth: Non glielo dare più amore... Sì così dai... Sei magnifico… veloce e lento, sai cosa voglio dire? Voglio godermelo tutto fino in fondo…
Julian: Mi senti vero?
Elisabeth: Sì che ti sento, amore, ma mi raccomando amore esci prima…
Julian: Oh sì una cosa l’ho capita! Perché il nostro rapporto continui non devo venirti dentro! Vero?
Elisabeth: Sempre che siamo ancora in tempo, ma non è la linea di confine che intende tua moglie.
Julian: Quella l’abbiamo superata da molto.
Elisabeth: Bravo tesoro mio, amami!
Julian: Ti amo.

*****



VENERDI’ 6 APRILE 2018. ORE 7:10 A.M.
JULIAN MANDA UN MESSAGGIO A ELISABETH
Julian: Amore, posso chiamarti?
Elisabeth: Sono a casa. Chiama dai!

SQUILLA IL TELEFONO DI ELISABETH.
Julian: Tesoro sei sola?
Elisabeth: No, George si sta preparando per andare in ufficio.
Julian: Dio che sbadato, ti sto mettendo a disagio…
Elisabeth: No, stai sereno, dimmi pure, se chiami a quest’ora ci sarà un’emergenza, no?
Julian: Eh sì.
Elisabeth: È successo qualcosa?
Julian: Ho le valigie in macchina.
Elisabeth: Bene! In fin dei conti era nell’aria…
Julian: Sì ma la realtà è più dura delle supposizioni.
Elisabeth: Ci ha impiegato una settimana per prendere la decisione…
Julian: Infatti non l’ho mai vista così razionale.
Elisabeth: Mi spiace tanto tesoro, cosa farai ora?
Julian: E cosa devo fare? Per il momento sto cercando una pensione a poco prezzo. Poi si vedrà.
Elisabeth: Tesoro mi spiace poi proprio oggi!
Julian: Che c’è?
Elisabeth: Io non mi sento bene, ho giramenti di testa, ma se vuoi ci incontriamo.
Julian: Mi saresti di grande conforto, ma sei stai male lascia perdere dai.
Elisabeth: Mi spiace tanto. Puoi chiamarmi quando vuoi, non voglio che tu ti senta solo.
Julian: Lo sono tesoro, ma l’ho voluto io.
Elisabeth: Perché dici questo?
Julian: Non ho saputo mentire, quando Joselyn ha ricominciato a tartassarmi non ce l’ho fatta più e le ho detto a chiare lettere che avevamo fatto l’amore. Allora lei di rimando mi ha detto che dovevo immediatamente di mettere qualcosa in valigia e uscire da quella casa.
Elisabeth: E sei andato via?
Julian: Mi ha detto che non voleva più vedermi, nemmeno un istante in più. Mi ha detto di farle avere l’indirizzo e mi avrebbe fatto recapitare lì tutta la mia roba.
Elisabeth: Oddio tesoro, immagino come ti sia sentito.
Julian: Ho cenato in un autogrill malfamato poi all’ora di chiusura sono uscito ed ho girato in macchina per tutta la notte come un povero scemo. Ora che è giorno mi metto in cerca di un buco decente, dai.
Elisabeth: Vuoi passare qui? Prendere qualcosa di caldo?
Julian: No, no, lascia stare, tra l’altro c’è tuto marito. Sai che figura! E poi sarebbe la prova provata del tradimento.
Elisabeth: Ah sì certo non ci avevo pensato, se lei ti ha cacciato di casa, non vedo altri motivi…
Julian: Adesso devo riacquistare qualche mia sicurezza, almeno un tetto sopra la testa.
Elisabeth: Ti capisco, ma chiamami.
Julian: Ok a dopo.
Elisabeth: A dopo.

*****



VENERDI’ 6 APRILE 2018. ORE 10:05 A.M.
ELISABETH CHIAMA JULIAN

Elisabeth: Tesoro come stai?
Julian: Meglio dai.
Elisabeth: Dove sei? Hai risolto?
Julian: Sono qui fuori la pensione, sto portando le valigie in camera.
Elisabeth: Ma dove sei?
Julian: Sono qui a Bradville, praticamente vicino casa. Sono stato fortunato, la pensione è pulita, discreta e poi non costa molto. Il marito della padrona è un mio vecchio compagno di scuola. Pensa abbiamo fatto le scuole medie insieme!
Elisabeth: Hai dovuto dare delle spiegazioni?
Julian: Beh credo sia evidente no? Chissà a quanti uomini succede… Comunque lui è stato molto discreto.
Elisabeth: Non vai al lavoro?
Julian: Ho chiamato la banca ed ho preso un giorno di ferie e tu?
Elisabeth: Io sono a casa, oggi non mi muovo.
Julian: Sì ma come stai?
Elisabeth: Non sto bene, ho dei forti giramenti di testa e un po’ di nausea. Anche qualche linea di febbre, credo sia dovuto a ieri, c’era un vento forte e freddo ed io senza soprabito me la sono fatta a piedi fino alla stazione.
Julian: Mica sarai incinta?
Elisabeth: Ah non credo, almeno che non sia stata la Provvidenza!
Julian: In caso lo Spirito Santo, ma comunque non sapevo di chiamarmi Provvidenza!
Elisabeth: No no tu ti chiami Julian.
Julian: Perché poi parli di Provvidenza? Lo abbiamo fatto più di una volta e senza precauzioni.
Elisabeth: Sì certo, ma non nei giorni fertili.
Julian: Quindi lo escludi?
Elisabeth: Sai anche George questa mattina, quando mi ha sentito rimettere in bagno, mi ha chiesto se putacaso fossi incinta…
Julian: Immagino se tu lo fossi sarebbe al settimo cielo…
Elisabeth: Già lo è… Faceva battute di dubbio gusto, tipo: “Che dolci rumori provengono dal bagno…”
Julian: Ma mica si può appropriare di qualcosa non suo…
Elisabeth: Beh tesoro da che mondo è mondo e fino a prova contraria l’unica che ha voce in capitolo sono io.
Julian: Sì certo, ma…
Elisabeth: Ma niente dai, non è il momento di parlarne. Hai altri grattacapi ora per la testa ed io ho semplicemente un male di stagione.
Julian: Oh sì hai ragione. Devo un po’ rivedere la mia vita.
Elisabeth: Penso che un momento di pausa ti faccia bene.
Julian: Tu dici da Joselyn?
Elisabeth: Dico da lei, dai tuoi figli, da me…
Julian: Cosa vuoi dire?
Elisabeth: Nulla tesoro, stammi bene dai, mi vado a distendere ora.
Julian: Ok ciao.
Elisabeth: Ciao.



*****



SABATO 7 APRILE 2018. ORE 11:55 A.M.
MESSAGGIO DI JULIAN AD ELISABETH

Julian: Oggi è sabato sono solo in questa stanza, guardo il soffitto… Guardo l’ora… In questo momento dovrei essere alla partita dei miei figli. Mi mancano sai, mi mancano tanto. È qualcosa di indescrivibile che ti strappa dentro. Chissà cosa penseranno guardando che suo padre non è seduto come al solito sugli spalti a fare il tifo per loro. Penseranno che li ho traditi, che suo padre è un poco di buono. E poi chissà cosa avrà riferito sua madre al grande, magari ora mi odia. Ho sbagliato tutto, ma tutto tutto…
Elisabeth: Tesoro… dai non dire così… Non abbatterti è solo un momento di riflessione. Prendilo come una ricarica poi tutto funzionerà meglio.
Julian: Oh Elisabeth sei online… Che bello! Come stai amore mio? Ti posso chiamare?
Elisabeth: Chiama sì.

JULIAN TELEFONA.
Julian: Pronto?
Elisabeth: Ci sono caro.
Julian: Scusami, mi aveva preso un attimo di sconforto e ti stavo scrivendo.
Elisabeth: Ti sento e mi dispiace molto.
Julian: Dai prendilo solo come un sfogo. Non volevo farti intristire.
Elisabeth: Ma quale sfogo tesoro… Il problema è che ti mancano tanto i tuoi figli. Sei un padre affettuoso ed ammirevole.
Julian: Grazie tesoro, ma ora non serve, ho rovinato tutto!
Elisabeth: Passa, tutto passa.
Julian: Tu come stai?
Elisabeth: Oggi un pochino meglio. Senti la mia voce rauca? Te lo avevo detto che era una semplice influenza. Comunque il mal di testa è passato, ma ho ancora nausee e mi sento uno straccetto.
Julian: Ma sarai bellissima!
Elisabeth: Neanche per mille dollari mi farei vedere da te ora!
Julian: Hai chiamato il medico?
Elisabeth: Sì, mi ha detto di fare le analisi del sangue, ma anche lui crede che sia un male di stagione.
Julian: Quando le farai?
Elisabeth: Andrò lunedì.
Julian: Mi farai sapere?
Elisabeth: Sei impaziente? Ma credi davvero che sia incinta? Allora per quello basterebbe un salto in farmacia…
Julian: Ma no dai, mi preoccupo soltanto che tu non stia bene.
Elisabeth: Farò la brava dai, lunedì passo dal medico e poi vado a fare le analisi.
Julian: Grazie amore che ci sei.
Elisabeth: Ci sono, ci sono sempre stata per te, anche quando non ci conoscevamo.
Julian: Ti adoro.
Elisabeth: Tu hai trovato in me la donna dei tuoi sogni, ma purtroppo fuori tempo massimo.
Julian: Eh già fuori tempo massimo davvero, anche se mi ero illuso che…
Elisabeth: Ecco hai detto bene… illuso… perché io e te, pur parlando molto, non abbiamo mai affrontato seriamente l’argomento.
Julian: Qualche battuta al massimo… Beh sai in questi casi si ha la maledetta paura di urtare la sensibilità dell’altro.
Elisabeth: Esatto, tu hai un carattere dolcissimo e la decisione di lasciare la famiglia non è stata mai nelle tue corde.
Julian: E tu tuo marito…
Elisabeth: Ci siamo affidati al destino, come se in qualche modo potesse spianarci la strada, ma non è mai così, purtroppo.
Julian: Me lo hai rimproverato più volte.
Elisabeth: Anch’io mi sono adagiata credendo in chissà quale aiuto, ma ora come vedi si è complicato tutto e non possiamo chiedere altro tempo.
Julian: Dici che sia scaduto definitivamente?
Elisabeth: Amore guardati intorno, ti prego.
Julian: Alle volte sogno come un bimbo… Ora poi dentro questa stanza ne ho tempo per sognare…
Elisabeth: Ma mi manchi sai…
Julian: Ci vediamo?
Elisabeth: Oggi no, non sarei in grado nemmeno di prendere in mano il pennellino del mascara. Mi sento debole, ma ti prometto che uno di questi giorni ti chiamo e usciamo, ok?
Julian: Ok tesoro. Ti farai bella per me?
Elisabeth: Bellissima come la prima volta al Park Motel.
Julian: Non me lo ricordare!
Elisabeth: Riguardati.
Julian: Anche tu riguardati, ti voglio di nuovo in forze.
Elisabeth: Stammi bene.
Julian: Ciao.










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CONTINUA...



















 
 
 





Il racconto è frutto di fantasia.
Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti è puramente casuale..
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