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INTERVISTA IMPOSSIBILE
 
 
 

Tallulah Bankhead
La vita eccessiva
Tallulah che chiamava tutti «Tesoro» è ricordata per la sua vita sregolata quando faceva le ore piccole svuotando bottiglie di gin, ma gli appassionati di teatro sanno che è stata una delle più grandi interpreti teatrali del Novecento
 
  (Huntsville, 31 gennaio 1902 – New York, 12 dicembre 1968)


 
.Madame le sue origini?
Il mio nome completo è Tallulah Brockman Bankhead, sono nata il 31 gennaio del 1902 a Huntsville in Alabama nel cuore degli Stati Uniti del sud. Mio padre era un personaggio famoso essendo lo speaker della Camera dei deputati.

La sua infanzia?
Mia madre morì mettendomi al mondo. Purtroppo questa tragedia condizionò profondamente la mia vita e quella dei miei. Mio padre dopo la morte della moglie cadde in depressione e rimase così sconvolto da non riuscire più a prendersi cura delle sue due figlie.

Aveva una sorella vero?
Eugenia. Insieme a lei trascorsi la mia infanzia da mia zia materna Marie e dai miei nonni.

Si parla di lei come una ragazza eccessivamente vivace…
Oh sì, a dieci anni venni mandata in collegio presso il Convento del Sacro Cuore a Manhattanville e poi in Virginia.

Con l'adolescenza diventò una bellissima ragazza…
Avevo gli occhi di un intenso blu zaffiro e i capelli color biondo scuro. Decisi a 16 anni di partecipare ad un concorso di bellezza per la rivista "Picture Play".

Lo vinse?
Oh sì, vinsi il concorso e mi recai a New York con mia zia Louise.

Cosa fece nella Grande Mela?
Volevo lavorare nel cinema ed appena arrivata a New York girai il film Who Loved Him Best, per il quale venni pagata 75 dollari a settimana. Ne girai poi altri, ma il mio interesse era il teatro.

Quando debuttò a teatro?
Nel 1918 a Broadway, ma nonostante gli insuccessi mi resi conto che la mia strada era quella della recitazione.

Si parla già al tempo di una vita sregolata…
Approfittavo di ogni occasione per sfuggire dalla custodia di mia zia. Frequentavo i party più scatenati di Manhattan, dove per la prima volta feci uso di cocaina.

A New York alloggiava all'Algonquin…
Lì si svolgevano le riunioni della famosa Tavola Rotonda e ne diventai un’assidua frequentatrice tanto da essere considerata un membro ad tutti gli effetti del famoso gruppo di intellettuali che si riuniva nella sala dell'albergo.

Cos’era Algoquin?
Una sorta di circolo di scrittori, critici, attori e letterati. Il gruppo, ironicamente chiamato dai suoi membri il "Circolo vizioso", prese il nome appunto dall'Algonquin Hotel, dove dal 1919 al 1929 avvennero le riunioni. I partecipanti si lanciavano in battute, giochi di parole e arguzie e scambi culturali. Nei suoi 10 anni di vita i membri godettero di altissima reputazione, sia per i loro contributi letterari che per la loro vivace e graffiante arguzia.

Nel 1923 si trasferì in Inghilterra… L’America non era ancora pronta per accoglierla?
Ricevetti un cablogramma dal produttore teatrale inglese Charles Cochran per una piece del drammaturgo Gerald du Maurier. Non ci pensai due volte, tra l’altro a Londra viveva il barone Napier George Henry Sturt Alington, che avevo conosciuto tempo prima a New York e di cui mi ero follemente innamorata. E così ebbi l’opportunità di recitare in vari teatri di Londra ed ottenni un buon successo per temperamento drammatico in diverse commedie, la prima e la più famosa fu The Dancers nel 1923.

Divenne una stella delle scene londinesi…
Ero acclamata dagli inglesi e nel giro di qualche anno divenni l'attrice più apprezzata del West End. Il mio carattere troppo disinibito per gli inglesi non faceva che accrescere il mio fascino.

Molti uomini le fecero la corte…
Senza il controllo della sua famiglia mi lasciai andare del tutto andando a letto praticamente con tutti quelli e quelle che mi interessavano. Non avevo preferenze. Purtroppo sperperai tutto ciò che avevo guadagnato anche con frequentazioni poco raccomandabili. Forse Londra era troppo per me per cui, dopo aver ricevuto alcune proposte lavorative interessanti dalla Paramount, tornai in America.

Hollywood la stava aspettando…
Beh io ho sempre preferito il teatro, oltre al denaro l’unico motivo che mi spinse verso Hollywood fu quello di “farmi sbattere” da Gary Cooper! La Paramount, entusiasta del mio fascino, avrebbe voluto fare di me una nuova Marlene Dietrich. Così nel 1931 firmai un contratto con la Paramount per una serie di film, tra cui Il marito ricco del 1931 di George Cukor.

Le piaceva il mondo del cinema?
Assolutamente no! O forse non mi sentivo ancora pronta per il cinema e insoddisfatta delle mie prestazioni decisi di tornare al teatro, e nel 1933 sfondai a Broadway nella piéce Forsaking All Others di E.B. Roberts e F.M. Cavett.

Sui giornali però, più che delle sue performance artistiche si continuava a parlare ancora della sua vita sregolata…
Più che altro si parlava delle mie relazioni con altre donne, alcune delle quali con nomi famosi, come l’attrice britannica Estelle Winwood, la cantante jazz Billie Holiday e l'attrice Eva Le Gallienne con la quale avevo una relazione da giovanissima, ma evidentemente faceva ancora notizia.

Non si è mai fatta mancare nulla nella vita!
Pensi che mio padre mi aveva sempre messo in guardia dagli uomini e dall'alcol, ma non ha mai fatto parola sulla cocaina e le donne!

Lei non faceva nulla per nasconderle…
Forse non ero al pari con i tempi, ma sinceramente non ci vedevo nulla di male.

Ci parli della grande Eva Le Gallienne
Eva aveva tre anni più di me. L’avevo conosciuta quando alloggiavo all'hotel Algonquin di New York. Ero ancora giovanissima ed ignara del rapporto tra donne, lei mi aveva vista di sfuggita nella hall dell’albergo e da quel momento aveva cominciato ad amoreggiare con me scrivendomi dei bigliettini amorosi. Incuriosita da tali avances le chiesi: “Ma cosa fanno le lesbiche?” E lei mi rispose: “Bene, domani fatti un bagno, spogliati ed infilati al letto che te lo mostrerò.” Imparai subito ed apprezzai molto.

Nonostante tutti quei pettegolezzi nel 1937 si sposò…
Conobbi John Emery, un attore a dir poco affascinante, lui rispondeva esattamente al mio prototipo di uomo autorevole e protettivo. Presa da questa infatuazione lo sposai, ma immediatamente dopo compresi di aver sbagliato. Riuscii ad ottenere il divorzio nel 1941. Evidentemente il matrimonio non era fatto per uno spirito libero come il mio.

Nel 1939 ottenne un grande successo di pubblico e di critica nuovamente a teatro…
Interpretai la gelida protagonista del dramma Le piccole volpi di Lillian Hellman, andata in scena a Broadway. Successivamente recitai ancora in diversi drammi: La famiglia Antropus di Thornton Wilder del 1942 e nel 1944 interpretai il ruolo della cinica giornalista Constance Porter nel film I prigionieri dell'oceano di Alfred Hitchcock che mi valse il New York Film Critics Circle Award.

Nel 1940 aveva perso due persone assai care.
Il 15 settembre persi mio padre e un mese dopo mi arrivò la notizia che il mio ex-fidanzato Napier Alington era stato ucciso in guerra. Io ero sempre stata di idee democratiche e progressiste, e presa da una forte ribellione verso tutto e tutti, cominciai a sviluppare una forte coscienza politica, impiegando tempo e soldi per attività comuniste.

Poi altri due picchi nella sua carriera…
Oh sì L'aquila a due teste di Jean Cocteau nel 1947 e nel 1956 con Un tram chiamato Desiderio, scritto per me da Tennessee Williams.

Nel 1950 la troviamo a Las Vegas…
Il Sands Hotel mi pagava 20.000 dollari a settimana per esibirmi in una specie di "one-woman show", che includeva monologhi, canzoni, la lettura di poesie ed esibizioni varie.

Dicono fosse ancora una bella donna e ogni sera c’era il tutto esaurito…
Pensi che in quel periodo feci un'operazione di chirurgia plastica al seno e non resistetti al desiderio di mostrare in pubblico il mio nuovo seno, così, durante un'esibizione al pianoforte, apparvi con addosso solo un filo di perle.


Rovinata dall'abuso di sigarette, alcolici e droghe varie, negli ultimi anni continuò comunque a lavorare per il teatro e la televisione. Nel mese di dicembre del 1968 Tallulah si ammalò di febbre asiatica, purtroppo il suo organismo debilitato non rispose bene agli antibiotici. Portata in ospedale, dopo esser entrata in coma, si spense il 12 dicembre 1968 all'età di sessantasei anni a causa di problemi polmonari. Per il suo contributo all'industria cinematografica Tallulah ha una stella al civico 6141 di Hollywood Blvd.






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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
https://it.wikipedia.org/wiki/Tallulah_Bankhead
Andrea Giampietro http://www.culturagay.it/biografia/321
FOTO GOOGLE IMAGE







 
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