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INTERVISTA IMPOSSIBILE

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Jennifer Jones
Il sogno Americano
Diretta dai più grandi registi degli anni Quaranta e
Cinquanta è stata una star di Hollywood vincitrice
dell'Oscar nel 1944 per il film Bernadette e ottenendo
altre due nomination con “Duello al sole" e "L'amore
è una cosa meravigliosa"








(Tulsa, 2 marzo 1919 – Malibù, 17 dicembre 2009)


 

 

Madame le sue origini?
Il mio nome vero è Phylis Lee Isley, sono nata in Oklahoma e sono figlia di Phillip Ross Isley e Flora Mae, proprietari di una catena di cinema. L’attività andò a gonfie vele perché i miei riuscirono a dotare le sale con i primi impianti sonori all’avanguardia.

La sua infanzia?
Iniziai ben presto a recitare in pubblico nella scuola Monte Cassino Junior College a Tulsa, retta dalle suore Benedettine.

A vent’anni la svolta della sua vita…
Nel 1938 mi traferii a New York per studiare all'American Academy of Dramatic Arts.

Tra gli allievi dell'Accademia incontrò il collega Robert Walker…
Ci sposammo a Tulsa nel gennaio del 1939. Da quel matrimonio nacquero i miei due figli, entrambi divenuti attori: Robert Walker Jr. e Michael Walker.

Grazie alla sua avvenenza, venne notata dal grande produttore Di Hollywood David O. Selznick…
Lo conobbi appena trasferita a Hollywood e David mi fece un provino grazie al quale ottenni un contratto di sette anni con la 20th Century Fox.

Il suo esordio?
Esordii nel cinema con il film western Nuove frontiere del 1939 di George Sherman, con John Wayne e nel 1943 centrai il successo col ruolo di protagonista della pastorella Bernadette, conquistando la mia prima e unica preziosa statuetta.

Aveva cambiato nome vero?
Il primo film lo girai come Phylis Lee Isley Walker, ma fu David a farmi cambiare nome. Scelse per me un nome d’impatto per il pubblico americano ovvero Jennifer Jones, semplice da ricordare.

A soli venticinque anni divenne una star!
Il risultato fu eclatante successo di pubblico ed elogi di critica. Una gioia immensa, avevo vinto l’oscar il giorno del mio compleanno e dopo Bernardette fui sommersa da proposte dei più grandi registi per i ruoli più disparati.

E con David O. Selznick come andò?
Tra noi nacque una forte simpatia divenne il mio amante e a causa della nostra relazione mi separai da mio marito. Dopo il mio divorzio nel 1945 David divenne il mio secondo marito. Ci sposammo nel luglio del 1949. Da quel matrimonio nacque mia figlia Mary Jennifer.

Quanto influì sulla sua carriera essere la moglie del più grande produttore di Hollywood?
David mi aiutò i primi anni e devo a lui il mio primo contratto, ma poi dopo Bernardette camminai da sola. I giornali del settore mi descrivevano come una donna con un particolare fascino e carisma senza pari, ma anche dotata di un talento recitativo unico. Anzi sa cosa le dico? Secondo me fui penalizzata da questa unione in quanto spesso mi furono fatte proposte interessanti da parte della concorrenza che ovviamente dovetti rifiutare.

Poi altri film…
Recitai in pellicole di diverso genere tipo film di propaganda come Da quando te ne andasti del 1944 di John Cromwell; western come Duello al sole del 1946 di King Vidor, in cui interpretai il ruolo di un'ardente meticcia ottenendo una candidatura all’oscar; dramma come Il ritratto di Jennie con Joseph Cotten del 1948 di William Dieterle, nel quale recitai una parte di misteriosa femme fatale.

Poi ancora film importanti…
Per la regia di Vincent Minnelli interpretai Madame Bovary nel 1949, e sempre nello stesso anno con John Huston recitai "Stanotte sorgerà il sole". In Tenera è la notte di Scott Fitzgerald, per la regia di Henry King diedi corpo e volto a Nicole Dyver, l'affascinante malata di mente, alter ego della vera Zelda Fitzgerald.

Leggo che lavorò anche in Italia…
Recitai nella bella Italia al fianco di Montgomery Clift nel film di Vittorio De Sica Stazione Termini del 1953. Qualche anno dopo, a fianco di Alberto Sordi, Rock Hudson e lo stesso De Sica interpretai il ruolo dell'infermiera nel film Addio alle armi del 1957, tratto dal romanzo di Ernest Hemingway.

Negli anni cinquanta continuò a mietere successi in film drammatici…
Ricordo con piacere L'amore è una cosa meravigliosa del 1955 di Henry King, per il quale ottenni una nomination, ed interpretai il ruolo di una vedova coinvolta in una intensa storia d'amore con William Holden, nei panni di un giornalista americano sposato con un'altra donna.

Nel maggio del 1976 un fatto tragico…
Mia figlia Mary Jennifer purtroppo si suicidò all'età di 22 anni gettandosi dal ventiduesimo piano di un grattacielo.

Immagino il dramma…
A causa di quel tragico evento rimasi profondamente sconvolta e caddi in depressione. David era morto nel 1965 e rimasta vedova mi sposai di nuovo per la terza volta nel maggio del 1971 con l'industriale e collezionista d'arte Norton Simon.

Jennifer Jones, nel 1965 dopo la morte di Selznick, decise di abbandonare le scene. Sarebbe tornata sul set un'ultima volta nel 1974 per la partecipazione al film L'inferno di cristallo che le valse una nomination ai Golden Globe. Negli anni settanta fu colpita da un cancro al seno, dal quale riuscì comunque a guarire. Nel 1993 rimase nuovamente vedova e le sue apparizioni in pubblico furono sempre più rare. Rimarrà in tutti noi il ricordo di una grande attrice vista recitare con passione e sensualità, ma anche con rigore e professionalità in grandi film. È morta nel 2009 all'età di novant'anni nella sua casa a Malibu ed è sepolta nel Forest Lawn Memorial Park di Glendale, California. La stella di Jones è sulla Hollywood Walk of Fame al 6429 di Hollywood Boulevard






















 

 
 
 



L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E' STATA REALIZZATA
 GRAZIE A:

https://it.wikipedia.org/wiki/Jennifer_Jones_(attrice)
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2009/12/17/news/hollywood_saluta_jennifer_jones_da_bernadette_a_duello_al_sole-1822618/
http://www.ciakhollywood.com/biografie/jjones/
http://www.mymovies.it/cinemanews/2009/25680/



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