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INTERVISTA IMPOSSIBILE

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Costanza Bonarelli
Storia di passione e tradimento





1614 – 1662


Gian Lorenzo e Costanza, una storia d’amore passionale, difficile,
travolgente, ma anche una storia di tradimenti, di vendetta terribile.
Lei bellissima, incostante, torbida e infedele, lui vendicativo, spietato,
accecato dalla passione. 



 

 

Mia Signora ho avuto modo di vedere il suo busto al Museo nazionale del Bargello a Firenze...
Il busto in marmo è opera di Gian Lorenzo Bernini realizzato tra il 1635 e il 1638. Fu creato come immagine "privata", l’unica opera del maestro a non avere un committente, e restò a lungo nell'abitazione dello scultore.

Cosa nascondeva quel volto?
Ripeto quel busto doveva rimanere privato e non doveva mai essere esposto in pubblico. E’ un atto d'amore e mi ritrae nell'intimità quotidiana, con i capelli spettinati, lasciati liberi in movimento e la camicia aperta sul seno: il mio sguardo è fiero, leggermente sorpreso, e le labbra carnose appena dischiuse.

Perché un atto d’amore?
Ero la sua amante e nessuno mai avrebbe dovuto collegare quel busto alla nostra relazione… Gian Lorenzo nonostante avesse molti impegni tra i quali il cantiere di San Pietro intorno al 1636 decise di imprimere nel marmo la mia sensualità e la mia bellezza.

Posso sapere le sue origini?
Mi chiamo Costanza Bonarelli, conosciuta anche come Costanza Piccolomini. Sono nata nel 1614 e discendo dal ramo viterbese della famiglia nobile senese Piccolomini. Mi trasferii a Roma a 11 anni nel 1625 e abitavo nella strada "dietro il palazzo della chiesa" l'attuale via della Vite con mio padre e sua moglie Tiberia. Non ho mai conosciuto mia madre.

Eravate ricchi?
Assolutamente no! Il ramo viterbese era molto povero e pur essendo nobile mio padre per vivere faceva il mestiere dello staffiere.

Poi però ricevette un’eredità insperata…
Il 15 agosto del 1628, in occasione della festività dell'Assunta, ricevetti una dote di 45 scudi (l'equivalente dell'affitto annuo di una casa di dimensioni modeste) dalla Confraternita di S. Rocco, finanziata da Giambattista Borghese, fratello del papa regnante Paolo V e nel 1630 ricevetti una promessa di una seconda dote (di 26 scudi e 44 baiocchi) dalla Confraternita del Gonfalone.

Con quella dote non le fu difficile convolare a nozze….
Il 16 febbraio 1632, all’età di 18 anni, sposai lo scultore, restauratore e mercante d'arte Matteo Bonarelli da Lucca nella sua parrocchia di S. Lorenzo in Lucina. La dote fu fissata a 289 scudi. Mio marito aveva dieci anni più di me e ci stabilimmo in vicolo Scanderbeg, ai piedi del Quirinale.

Suo marito era famoso?
Matteo era allievo del Bernini. Di lì a qualche anno avrebbe eseguito tre putti di marmo per San Pietro e i putti del sepolcro della Contessa Matilde, sempre a S. Pietro.

Dunque era sposata quando conobbe Bernini… Ora capisco perché Gian Lorenzo teneva quell’opera ben nascosta…
Quando ci incontrammo per la prima volta io avevo 22 anni e Gian Lorenzo 38. Al tempo collaboravo nella gestione della bottega di mio marito, occupandomi del commercio d’arte, e in questo contesto conobbi Gian Lorenzo.

Vi frequentavate segretamente?
All’inizio i nostri incontri erano di pubblico dominio, visto che, Gian Lorenzo colpito dalla mia bellezza, volle a tutti i costi scolpirmi in quel marmo. Poi ovviamente divennero segreti.

Nella tarda estate del 1638 scoppiò lo scandalo.
Ci frequentammo per due anni interi, ma non fu mai una storia d’amore limpida e non solo perché ero sposata….

Perché allora?
Prima che tra noi iniziasse la storia avevo avuto modo di incontrare Luigi, il fratello più piccolo di Gian Lorenzo, la cosa era rimasta segreta finché non fu lo stesso Gian Lorenzo a scoprirla…

Una storia a dir poco intrigante…
Gian Lorenzo aveva lo studio nella zona di San Pietro e una mattina mentre si recava al lavoro passò davanti a casa mia e purtroppo vide suo fratello uscire… Mio marito era temporaneamente fuori Roma, io salutai Luigi sull’uscio. Indossavo una camicia da notte e avevo capelli in disordine, Gian Lorenzo vedendomi in quello stato capì. In effetti avevamo passato la notte insieme…

Bernini cosa fece?
Accecato dalla gelosia seguì il fratello e dopo averlo raggiunto proprio all'ingresso di San Pietro iniziò a bastonarlo con un asse di ferro, sino a rompergli due costole. L’avrebbe addirittura ucciso se alcuni passanti non fossero intervenuti frenando l'ira di Gian Lorenzo.

Lei come venne a conoscenza del fatto?
Dalla lettera disperata della madre, Angelica Galante Bernini, al cardinal Francesco Barberini, Angelica scrisse che Gianlorenzo, credendosi "Padron del mondo", aveva battuto il fratello e invocava il cardinale di trovare un modo per "raffrenare l'impeto di suo figlio".

Poi cosa accadde?
Tornato a casa Gian Lorenzo diede ordine al proprio servo di raggiungermi a casa. Con il pretesto di consegnarmi un regalo da parte di Bernini il servo mi sfregiò il viso con un rasoio in segno di punizione.

Davvero andò così?
L’intento del servo non era quello di uccidermi o farmi del male fisico provocandomi dolore, ma deturpare la mia bellezza come da istruzioni ricevute.

Bernini fu arrestato?
Chi ebbe la peggio fu il servo, esecutore materiale dello sfregio, fu prima condannato e poi esiliato. Luigi invece riparò a Bologna per circa un anno. Quanto a Gian Lorenzo, prima fu condannato a una multa di 3 mila scudi e poi graziato il Papa, Urbano VIII, il quale mandò per un suo Cameriere l’assoluzione del delitto scritta in Pergamena, in cui appariva un Elogio della sua Virtù degno da tramandarsi alla memoria dei Posteri. In pratica se la cavò con un elogio e senza neanche un'ammenda pecuniaria.

E lei?
Fui punita per adulterio con la detenzione nella Domus Pia de Urbe per aver commesso il crimine di "atrox et grave delictum" vale a dire il crimine con il quale erano spesso condannate le cortigiane. Il 7 aprile 1639, dopo aver scritto una straziante supplica al Governatore, venni "restituita a mio marito".

Una storia davvero passionale…
Gian Lorenzo era davvero innamorato di me, ma ebbe la sfortuna di arrivare dopo suo fratello. Sinceramente non ho mai compreso la sua gelosia e forse per lui non sono mai stata un grande amore, ma sicuramente il più passionale e disperato.

Non ha tutti i torti… la storia racconta che Bernini si consolò di lì a poco sposando il 15 maggio del 1639 Caterina Tezio.
Esatto. La donna gli rimase fedele compagna per ben 34 anni, ma il ricordo di me rimase rinchiuso come un segreto inconfessabile custodito in quel meraviglioso marmo.

Il busto come giunse a Firenze?
La scultura era così privata che Bernini, non avrebbe potuto giustificare quel marmo alla nuova moglie. Subito dopo il matrimonio decise di liberarsene. Lo donò a Giovan Carlo de' Medici, durante il suo soggiorno romano per acquisire la porpora cardinalizia nel 1640.

Lei dopo il misfatto cosa fece?
Tornai con mio marito nella casa di vicolo Scarderbeg. Lui mi accolse e vivemmo in santa pace fino alla morte di Matteo nel 1654. Nel suo testamento mi nominò erede universale d’ogni suo bene ed io prosegui l’attività di mercante d’arte.

Negli Stati d'anime Costanza Piccolomini venne dichiarata madre di una bimba di 3 anni, Olimpia Caterina Piccolomini, nata poco più di un anno dopo la morte del marito. Costanza fece testamento nel febbraio 1659, e aggiunse un codicillo tre giorni prima di morire, il 30 novembre 1662: la sua volontà non fu quella di raggiungere il marito nella cripta della loro parrocchia dei Ss. Vincenzo e Anastasio, ma di essere sepolta nella basilica di S. Maria Maggiore. Come, rispettivamente 18 e 19 anni dopo, avvenne per Gianlorenzo e Luigi Bernini.






  












 

 
 
 



L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E' STATA REALIZZATA
 GRAZIE A:
Francesca Gentili http://www.ebdomadario.com/terza-pagina/storia-d-una-passione-amorosa-gian-lorenzo-bernini-e-costanza-bonarelli/
http://www.culturaitalia.it/opencms/viewItem.jsp?language=it&id=oai%3Aculturaitalia.it%3Amuseiditalia-work_64032
https://it.wikipedia.org/wiki/Busto_di_Costanza_Bonarelli
Lamberto Motta http://www.stilearte.it/bernini-e-costanza-un-amore-passionale-una-statua-e-una-vendetta-terribile/



LiberaEva

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