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INTERVISTE IMPOSSIBILI
 
 

Helena Rubinstein
Ritratto di signora
"Non ci sono donne brutte, ma solo pigre!"
La costruzione dell’impero cosmetico Rubinstein è
opera di una piccola polacca, alta appena
147 centimetri.

 
(Cracovia, 25 dicembre 1870 – New York City, 1º aprile 1965)

 
 


 

Le sue origini madame?
Sono nata a Cracovia in Polonia e il mio nome vero è Chaja Rubinstein. I miei genitori erano Augusta Gitte (Gitel) Scheindel Silberfeld Rubinstein e Naftali Herz Horace Rubinstein appartenenti entrambi ad una famiglia ebraica benestante.

La sua adolescenza?
Ero la figlia maggiore di otto sorelle. Studiai medicina in Svizzera. Per sfuggire a un matrimonio combinato dai miei genitori, dopo la laurea, a 24 anni, mi trasferii in Australia. Misi in valigia tanta speranza, pochissimo inglese e il mio destino.

Ovvero?
Dodici vasetti di una crema preparata dal chimico ungherese Jacob Lykusky, amico di famiglia, che ogni sera mia madre applicava sul suo viso per difendere la pelle dal freddo.

Una volta arrivata in Australia?
I miei vestiti alla moda europea e la mia carnagione lattea non passarono inosservati tra le donne della città. Comunque prima di tutto per darmi un tocco esotico cambiai il mio nome di battesimo in Helena poi trovai lavoro come cameriera in una sala da tè.

Ma il suo sogno era altro…
Osservando le abitudini del Nuovo Mondo, feci presto ad intuire che la pelle rovinata dal sole e dal caldo delle donne australiane aveva un bisogno immediato della mia crema. Trovai un ammiratore disposto a finanziare la ricerca e il lancio della mia crema.

Ma i dodici vasetti erano finiti…
Con l’aiuto di un mio lontano parente aprii un negozio a Coleraine, nella regione Western Victoria e dopo mesi di tentativi riuscii a ritrovare la formula. Era il 1902. Il prodotto più richiesto era la crema Valaze, a base di erbe dei monti Carpazi. Costava sei pence e la rivendevo a sei scellini! Un affare! In poco tempo le ragazze alla moda non potevano farne a meno, da un capo all’altro dell’Australia.

Davvero le erbe le importava dai Carpazi?
In realtà il principio attivo era una forma grezza di lanolina che ottenevo dal grasso della pecora e l’Australia era la patria delle pecore con oltre 75 milioni di capi! L’odore, direi alquanto disgustoso, lo camuffavo col profumo di lavanda, di corteccia di pino e di ninfee. Visto il successo aprii il salone di bellezza di Collins Street a Melbourne e poi a Sydney.

Poi tornò in Europa.
Nel giro di cinque anni l’attività era abbastanza redditizia per finanziare un Salon de Beauté Valazé a Londra. L’ambiente era quello dell’aristocrazia inglese e la mia crema incontrò immediatamente l’entusiasmo delle donne inglesi le quali vedevano nella bellezza e nella cura del corpo un mezzo essenziale per la loro autonomia.

Fu in questo periodo che ideò una intera linea di cosmetici.
Nacquero la crema giorno, la crema notte, la Pommade noire, la prima maschera contro l’acne, tonici astringenti e stimolanti come l’Eau d’or, l’Eau verte o l’Eau qui pique e in collaborazione con la dottoressa Emmie List misi in atto la tecnica del peeling.

Per la prima volta intuì le affinità tra cosmetica e medicina.
Collaborai con molti medici per migliorare le prestazioni dei miei prodotti. Tra i tanti il chirurgo plastico Suzanne Nöel, impegnata nel ricostruire i volti sfregiati dalla prima guerra mondiale. A Berlino lavorai anche con Eugene Hollander, il primo chirurgo a praticare un lifting facciale e Jacquer Joseph il primo a fare una rinoplastica (rimodellamento del naso).

Nonostante il tanto lavoro trovò il tempo anche per gli affetti…
Beh sì, mi sposai due volte. La prima volta a Londra nel 1908 con il giornalista americano di origine polacca Edward William Titus dal quale ebbi due figli, Roy Valentine e Orazio. Una volta sposati ci trasferimmo a Parigi dove aprii un secondo salone di bellezza e mio marito diede vita a una piccola casa editrice pubblicando tra le altre cose: L’amante di Lady Chatterley e le Memorie della famosa modella Kiki.

Poi attraversò un altro oceano.
Allo scoppio della prima guerra mondiale nel 1915 sbarcai in America. Qui ebbi modo di vendere i miei prodotti oltre che nei saloni di bellezza di mia proprietà a New York, San Francisco, Boston, Philadelphia, Chicago e Toronto, anche nei drugstore e grandi magazzini, ma imponendo la mia regola, ovvero ogni distributore e ogni commessa, assolutamente di bell’aspetto, doveva seguire una formazione scientifica di sei mesi.

In poco tempo trasformò la cosmesi in una vera industria…
Grazie al successo americano il marchio Helena Rubinstein divenne sinonimo di bellezza moderna e pensi che già nel 1923 il mio catalogo poteva vantare oltre ottanta prodotti, centosessanta codici di trucco nonché alcune creme snellenti.

Come si comportò con la crisi del ’29?
Semplice, intuii il momento di grave difficoltà e prima del crollo della borsa di Wall Street, cedetti il mio allora nascente impero finanziario per la cifra record di 8 milioni di dollari, per poi riacquistarlo due anni dopo ad una cifra irrisoria. Questa operazione mi permise di investire maggiormente e con più entusiasmo nelle innovazioni cosmetologiche.

Nonostante il successo continuò la ricerca e la sperimentazione…
Riuscii a classificare la pelle in tre tipi diversi: grassa, normale e secca adattandone i prodotti. Poi nel 1939 inventai il primo mascara waterproof, il rossetto in tubo, le prime polveri colorate per la carnagione e quasi vent’anni dopo il mascara automatico in tubetto.

HR un impero mondiale con a capo una donna…
Venni aiutata dalle mie sorelle le quali seguirono le diverse attività sparse in tutto il mondo.

Nel 1936 ottenne il divorzio dal suo primo marito.
Mi sposai nuovamente due anni dopo con il nobile georgiano Artchil Gourielli Tchkonia.

Ma la fortuna non fu sempre dalla sua parte…
La seconda guerra mondiale distrusse tutta la mia attività e la mia rete di distribuzione in Europa. Alla fine del conflitto, le case di bellezza in Francia e in Inghilterra erano completamente distrutte. Ovviamente non mi scoraggiai e nel 1945, all’età di 73 anni, decisi di ripartire e ricostruire il mio business. Assetate di bellezza le donne europee risposero con entusiasmo e le vendite decollarono nuovamente.


Helena Rubinstein non smise mai di lavorare, fino alla morte avvenuta per cause naturali nella sua casa di New York il primo aprile 1965, a quasi 94 anni. Fu sepolta nel cimitero di Mount Olivet nel Queens. All’epoca il marchio era presente in 30 Paesi nel mondo con 14 stabilimenti e decine di saloni di bellezza. Nel 1973, l'azienda Helena Rubinstein è stata venduta a Colgate Palmolive, ed è ora di proprietà di L'Oréal. E' tuttora uno dei marchi più famosi al mondo, capace ancora di coniugare la promessa di una bellezza ideale, ma alla portata di tutte le donne. Non a caso uno dei suoi mantra è stato: "Non ci sono donne brutte, ma solo pigre!"




 



 





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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://www.lapelle.it/trucco/helena_rubinstein_cosmesi.htm
https://it.wikipedia.org/wiki/Helena_Rubinstein
http://www.vogue.it/people-are-talking-about/parties-events/2011/04/helena-rubinstein-sothebys
Di Veronica Eredi · Pubblicato 25 luglio 2013
http://www.thebeautypost.it/2455-ritratto-di-signora-helena-rubinstein/
https://allascopertadelledonne.wordpress.com/2016/11/14/helena-rubinstein/
FOTO GOOGLE IMAGE










 
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