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GIALLO PASSIONE
AMARSI? CHE CASINO!
 
 

Gian Lorenzo Bernini
e Costanza Bonarelli
Storia di passione e tradimento








Gian Lorenzo e Costanza, una storia d’amore passionale, difficile,
travolgente, ma anche una storia di tradimenti, di vendetta terribile.
Lei bellissima, incostante, torbida e infedele, lui vendicativo, spietato,
accecato dalla passione. 
 
 


 
..Adamo al Museo nazionale del Bargello a Firenze ho avuto modo di vedere il busto di Costanza Bonarelli...
Il busto in marmo è opera di Gian Lorenzo Bernini realizzato tra il 1635 e il 1638. Fu creato come immagine "privata", l’unica opera del maestro a non avere un committente, e restò a lungo nell'abitazione dello scultore.

Cosa nascondeva quel volto?
E’ una vera eccezione nell'intera produzione del Bernini. E’ considerato infatti un vero atto d'amore. Ritrae la donna come sarebbe apparsa nell'intimità quotidiana, con i capelli spettinati, lasciati liberi in movimento e la camicia aperta sul seno: lo sguardo è fiero, leggermente sorpreso, e le labbra carnose appena dischiuse.

Perché un atto d’amore?
Raffigurava la sua amante… Bernini nonostante avesse molti impegni tra i quali il cantiere di San Pietro intorno al 1636 decise di imprimere nel marmo la sensualità e la bellezza della sua conturbante amante.

Ah ecco, chi era costei?
Costanza Bonarelli discendeva dal ramo viterbese della famiglia Piccolomini ed era moglie di Matteo Bonarelli, uno scultore lucchese, allievo del Bernini ed esecutore dei putti del sepolcro della Contessa Matilde.

Dunque era sposata… Ora capisco perché Gian Lorenzo teneva quell’opera ben nascosta…
Costanza era una donna dall'animo imprenditoriale. Collaborava nella gestione della bottega di suo marito, occupandosi del commercio d’arte, ma aveva anche altri interessi a quanto pare…

I due si frequentavano segretamente?
Ovvio. Si frequentarono per due anni interi, ma non era una storia d’amore limpida, non solo perché Costanza era sposata, ma soprattutto perché Gian Lorenzo scoprì che lei era anche l’amante di Luigi, suo fratello più piccolo.

Una storia intrigante… dai racconta…
Gian Lorenzo aveva lo studio nella zona di San Pietro proprio di fronte dove abitava la donna. Una mattina mentre si recava al lavoro lo scultore vide il fratello uscire da quella casa accompagnato alla porta dalla donna. Sembra che la donna avesse i capelli in disordine, chiaro indizio della notte passata…

Bernini cosa fece?
Accecato dalla gelosia seguì il fratello e dopo averlo raggiunto proprio all'ingresso di San Pietro iniziò a bastonarlo con un asse di ferro, sino a rompergli due costole. L’avrebbe addirittura ucciso se alcuni passanti non fossero intervenuti frenando l'ira di Gian Lorenzo.

Poi?
L'artista tornato a casa diede ordine al proprio servo di sfregiare l'amata con un rasoio in segno di punizione. Punizione del resto terribile per chi teneva più di tutto alla propria vanità e alla propria bellezza irresistibile.

Bernini fu arrestato?
Chi ebbe la peggio fu il servo, esecutore materiale dello sfregio, fu prima condannato e poi esiliato. Luigi invece partì per Bologna. Quanto a Bernini, il Papa, Urbano VIII, mandò per un suo Cameriere l’assoluzione del delitto scritta in Pergamena, in cui appariva un Elogio della sua Virtù degno da tramandarsi alla memoria dei Posteri. In pratica se la cavò solamente con un'ammenda pecuniaria.

Una storia davvero passionale…
Gian Lorenzo ebbe la sfortuna di innamorarsi di una donna il cui atteggiamento verso l’amore era considerato troppo libero a quei tempi. Probabilmente Costanza non fu il suo più grande amore, ma sicuramente il più passionale e disperato. Bernini comunque si consolò di lì a poco sposando il 15 maggio del 1639 Caterina Tezio. La donna gli rimase fedele compagna per ben 34 anni, ma il ricordo di Costanza rimase rinchiuso come un segreto inconfessabile custodito in quel meraviglioso marmo

Il busto come giunse a Firenze?
La scultura era così privata che Bernini, subito dopo il matrimonio decise di liberarsene. Lo donò a Giovan Carlo de' Medici, durante il suo soggiorno romano per acquisire la porpora cardinalizia nel 1640.
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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
Francesca Gentili http://www.ebdomadario.com/
http://www.culturaitalia.it/
https://it.wikipedia.org/
Lamberto Motta http://www.stilearte.it/

FOTO GOOGLE IMAGE


 



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