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RACCONTI




Adamo Bencivenga
Questa sera il sole non vuole tramontare 3
(PENNSYLVANIA STATION)



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ATTO SECONDO
PENNSYLVANIA STATION – INTERNO NOTTE
ORE 10:40 P.M. DAISY


Daisy è di nuovo a casa, distesa sul letto

Porca troia, quel tirchio di Steve! Che gli costava darmene due! Tanto lo so che me le mette in conto lo stesso. In fin dei conti mica è colpa mia. Mancava proprio poco. Comunque mi ha fatto davvero schifo con quel coso di fuori. Brrr. Era storto e scuro. Il destino mi ha aiutato! E adesso preferisco accontentarmi e fumare solo questa, tanto tra un po’ viene Johnny…

Oh cazzo Johnny dove sei? Che faccio adesso? Tanto ormai non vieni più, non hai mai fatto così tardi! Senza di te devo andarmene da questo cazzo di posto. E comunque ora se dovessi tornare sarebbe facile andarmene. Basterebbe dirti che stasera ho quasi preso quello di Steve… Beh sì in effetti l’ho preso, anche se non ho fatto quello che voleva lui… Ma tanto per te cosa cambierebbe sapere se l’ho preso o mi sono rifiutata oppure… oppure che un cliente ci ha interrotto proprio nel momento che…
Ma ti rendi conto? Mi stavo dando per una maledetta sigaretta… E la colpa è solo tua Johnny, tu mi costringi a fare questo! Dio mio come sono ridotta! Cosa devo convincermi che il tuo o quello di un altro è la stessa cosa? Forse questo lo sapevo già da prima.

L’unica cosa certa e che se lo sapessi Johnny mi cacceresti, senza pensare che magari sono io a volerlo. Cacciami Johnny, mandami per strada! Ma poi che cazzo faccio! Potrei tornare nella roulotte dove abitavo con Mike. Quello stronzo! Sono stata un anno con lui e mica me l’aveva detto che si faceva di coca! E poi niente, l’hanno beccato con qualche grammo in tasca e se lo sono bevuto, quel pollo! S’è messo a piangere come un poppante! Poi ha pure spifferato tutto e qualcuno non si è fatto pregare a mettergli una canna fredda in bocca! Pace all’anima sua.

Daisy si accende la sigaretta. Respira profondamente e lancia il fumo sul soffitto

Oppure potrei tornare da mia madre… Chissà in quale buco di mondo s’è persa! Non la sento da mesi. L’ultima volta mi ha chiamata da Las Vegas, stava sposando un mandriano del Texas, era preoccupata di non aver un vestito adatto. Non m’ha chiesto né dove cazzo fossi finita e né tanto meno se avessi bisogno di soldi.
Ha ragione Denny quando dice che per lei siamo un peso!
A pensarci bene non ho mai assistito ad un suo matrimonio. Meglio di no, creperei di invidia! Sono sicura che piange sperando che sia la volta buona. Farà sicuramente scongiuri. Tanto a che servono?
Al contrario di me, è bella mia madre nonostante tutto il gin che ha buttato giù in quaranta… forse quarantacinque anni, ma comunque portati benissimo.
Ha due occhi da gatta e un seno rigoglioso. Oddio che invidia! Io solo due brufoli, cazzo, come li ha chiamati stasera Steve. Chissà cosa intendeva quando mi ha detto che avevo altro di più interessante. Sono magra e se non fosse per il mio culo potrei stare benissimo al posto di quel lampione.

Oddio a cosa stavo pensando prima? Ah già, mia madre. Peccato per quello stronzo di mio padre! Per quanto sono stati insieme hanno trovato pure il tempo di far nascere questo fiore anoressico, questa cazzo di margherita senza petali. Mia madre veniva già da quattro aborti… Ma dico io! Uno in più cosa sarebbe cambiato? Ed invece niente. Eccomi qui, distesa su questo letto che aspetto uno sfigato che raccoglie carcasse di macchine sulla Pennsylvania e consuma la miseria che guadagna con birra e puttane. Oh Johnny, ma mi manchi sai.

Potrei tornare a fare la cameriera al Pick-up. Chissà se sarei ancora capace? In fin dei conti è una stronzata, servire panini e birra in minigonna rossa ascellare. Mi faccio prestare i soldi da Steve… Evvabbè farò pure una marchetta! Tanto prima o poi…

Si alza si guarda allo specchio e raccoglie i capelli

Cameriera ai tavoli… In cucina non ci voglio stare! Poi puzzo di fritto e non si toglie nemmeno con due docce di seguito!
In fin dei conti sono ancora giovane nonostante questa merda di vita! Sono sicura che basterebbe una settimana di fila senza pensieri… ed eccomi di nuovo bella come mia madre e fresca come una rosa.
Eppoi con i soldi che guadagno potrei farmi rifare le tette. Starei benissimo magra con il seno grande! Ma se lo faccio davvero, voglio minimo una quarta! Di meno non se ne parla!

Già al Pick-up, pieno di camionisti arrapati! Lì ci ho conosciuto Johnny! Ma stavolta non mi farei fregare! Niente camionisti. Solo impiegati che vengono a mangiare all’ora di pranzo. Li adoro con la cravatta e la camicia bianca. Timidi e puliti… naturalmente ci provano lo stesso, ma sono senz’altro più discreti. Quando ti toccano di sfuggita il culo le loro mani sono più morbide.
Johnny si era presentato col suo camion quasi nuovo fiammeggiante. Stava ore a parlare di grandi progetti, tipo di mettere su un’impresa di trasporti di surgelati ittici… Diceva che si potevano fare tanti soldi… e via balle fino a convincermi.
“Daisy tu sei sprecata in questo posto! Guarda che con me non dovrai fare niente, magari stare a bada di tanti marmocchi!”
Non ci potevo credere…
Finalmente una casa mia, anche se di matrimonio non se ne è mai parlato.

Johnny veniva tutti i giorni verso le sette di sera. Al tempo non era per niente grasso. Sempre gentile e premuroso. Vabbè aveva due tatuaggi sul braccio destro, ma devo dire che in confronto agli altri camionisti mi sembrava l’unico decente.
Lo so, lo ammetto, mi sono lasciata convincere più dal camion che dal suo aspetto.
Mi sono fidata.
Per cominciare una roulotte, poi questa casa. E lui: “Vedrai Daisy! Voglio regalarti una villa!”
In effetti i primi affari andarono benissimo, ma poi per colpa di uno stramaledetto incidente stradale quel bellissimo camion è andato completamente bruciato! Dio che disastro!

Di colpo rimpiansi il Pick-up, che poi a pensarci bene non era niente male! Quel porco del padrone era preciso! Quindici dollari a settimana e tutto compreso. Anche le toccatine di straforo in cucina….. Peccato per quelle mani unte!
Come Steve, come Johnny…. Rido cazzo, ma è mai possibile che tutti gli uomini che incontro abbiano le mani sporche…. Proprio a me devono capitare, cazzo! Io sono maniaca della pulizia… Questo cesso di casa è sempre pulito e ordinato, ma Johnny neanche se ne accorge…

Daisy guarda di nuovo fuori, la luce del tramonto tinge di rosso tutta la Pennsylvania

Oh Johnny dove sei, ora mi sto incazzando! E’ possibile che hai trovato già un altro buco di camera e di donna per la notte? Lo so non puoi stare senza una donna e le tue tasche non potrebbero reggere al ritmo del tuo sesso lercio. Non mi dire che la bionda platino ti ha fatto uno sconto?
Dai Johnny, qui hai un buco e gratis! Non mi vengono le mie cose da cinque mesi. Lo sai vero? Lo sai cazzo? Eh no che non lo sai, tu non ti accorgi mai di niente. Potrei anche dirti che non sei tu il padre! Tanto per te, come per quello stronzo di mio padre, un aborto o un figlio non fa nessuna differenza.
Mi sento sola e come mia madre l’ho fatto solo per compagnia senza rendermi conto che tra pochi mesi sarò ancora più sola. Ma poi chissà se sono incinta… Mica è la prima volta che non mi vengono per mesi! Già è successo una volta. Non ci capisco niente. Boh sono fatta davvero strana. Sarà questo troppo sesso o l’idea di un sesso diverso che mi scombussola tutta.

Johnny per favore! Gira quel cazzo di camion e torna. Torna da me!
Ok, ok domattina rinuncio al caffè e alla sigaretta! Lo facciamo a occhi chiusi, con la bocca impastata dal sonno. Anche ora se vuoi. Vedi che non mi sono tolta i pantaloncini bianchi? Lo so che ti faccio voglia così! Dai torna, ti aspetto sveglia. Con Steve non ci sono stata, hai visto? Ma tanto che conta starci o non starci… Tanto non lo saprai mai. Dai Johnny… Ti aspetto in veranda.
Quando vieni ti butto le braccia al collo. Mi baci vero? Ho voglia di te Johnny. Non mi prendere per pazza! Ok ok te lo dico… Mi manchi Johnny.

ATTO SECONDO
PENNSYLVANIA STATION – ESTERNO NOTTE
ORE 10:45 P.M. DAISY E CLARA

Daisy apre la porta e si siede sulla poltrona di vimini in veranda

Questo cazzo di sole stasera non vuole proprio tramontare! E’ di un rosso che non ho mai visto. Fa anche freddo, strano di questa stagione!

Una figura si materializza a pochi passi

“Ciao Daisy.”
“Ciao Clara.”
“Che cielo strano stasera!”
“Eh già, stasera questo sole non vuole proprio tramontare.”
“Johnny non è ancora tornato?”
“No, stasera doveva caricare carcasse di cani.”
“Carcasse di cani? Dio che orrore!”
“Torni ora dall’autolavaggio?”

Clara prende posto vicino a Daisy

“Oddio Daisy sono stanchissima. Certo che se non fosse per l’umidità sarebbe un buon posto. Ho tutte le ossa infiammate!”
“Dai riposati, rimani qui un attimo.”
“Solo un minuto… Nick mi aspetta, devo ancora pensare cosa fare per cena. Oggi ho fatto tardi.”
“Non capita spesso vero?”
“No, no, ma odio i clienti che vengono all’ultimo momento e pretendono comunque il servizio!”
“Dai non lamentarti, almeno hai un lavoro. Prima o poi anch’io mi deciderò a trovarmi un lavoretto senza impegno.”
“Johnny non è d’accordo vero?”
“Lui mi ha conosciuta che facevo la cameriera e mi dice che quei locali non sono posti adatti a me.”
“Allora è geloso?”
“Sì… e non poco, ma penso che in un autolavaggio non avrebbe problemi.”
“Non credere Daisy il pericolo per loro è ovunque! E poi è frequentato soltanto da clienti maschi.”
“Sì lo so, però non devo portare le gonne corte come al Pick-up ed essere gentile quando mi toccano il culo…”
“Questo assolutamente no, Daisy! Se vuoi ne parlo al titolare.”
“Com’è? Ci si può fidare?”
“Tranquilla è inoffensivo!”
“Sai mi farebbe comodo avere qualche soldo in tasca, specialmente quando Johnny non lavora. Ed ormai succede molto spesso. Queste dannate macchine non si rompono più!”
“Beh… la settimana non è un granché. Con le mance però puoi arrivare fino a 35 dollari.”
“A me basterebbero, almeno mi ci pago le sigarette e mi tolgo qualche sfizio! A proposito, hai una sigaretta?”

Clara ride

“Daisy cara, cosa ti prende? Ti risulta che abbia mai fumato?”
“Oh giusto scusa, non so cosa mi stia succedendo, tra l’altro l’ultima l’ho spenta cinque minuti fa!”
“Se vuoi la chiedo a Nick.”
“No dai, non preoccuparti!”
“Daisy fammi sapere quello che vuoi fare! Tra l’altro in questo periodo abbiamo bisogno di personale e la concorrenza con gli immigrati messicani è davvero tanta.”
“Clara ti prometto che ne parlo stasera con Johnny quando torna e domani ti do una risposta.”
“Ok, mi farebbe piacere lavorare con te. Non fosse altro per questi tre chilometri a piedi che faccio da sola ogni giorno.”
“Anche a me sai, speriamo che Johnny non abbia nulla in contrario. Ma mi assicuri vero, che non ci sono quei pericoli…
“Mia cara, sta a te ed a nessun altro. Se vuoi arrotondare la paga puoi farlo… Sai abbiamo clienti con grandi macchinoni ben disposti ad ingannare il tempo durante il lavaggio!”
“Non ci penso proprio…. A te è capitato Clara?

Clara si guarda intorno

“Strano che Johnny non sia ancora arrivato, a quest’ora il camion è sempre parcheggiato qui.”
“Beh credo che sia qui a momenti. Come va con Nick?”
“Ora bene. Certo che abbiamo passato brutti momenti.”
“Me li ricordo Clara.”
“Ti giuro Daisy lui non sapeva niente di niente.”
“Dai non giustificarti me lo hai detto no!”
“Voglio che tu ne sia convinta. Si è trovato in un gioco più grande di lui. Credeva che quelle macchine fossero davvero di nuova immatricolazione, ed invece…”
“Vabbè ma ora ha pagato, no?”
“Sì, sì, ma non credere… Due anni in galera senza aver fatto nulla, non è facile sai. Non credere che per me non sia stato altrettanto complicato.”
“Cosa vuoi dire, Clara?”
“Non è facile sbarcare il lunario quando non hai nemmeno mezzo dollaro per piangere…”
“Sapessi come ti capisco Clara… Senza contare che una donna sola è ancora più sola rispetto ad un uomo.”
“Eh sì, Daisy… Due anni sono tanti per una donna… Ed infatti ci sono cascata.”
“Lo vedi ancora?”
“No, per l’amor del Cielo, quando Nick è uscito ci ho messo una pietra sopra.”
“Sicura?”
“Daisy ti sto dicendo la verità!”
“E lui?”
“Lui non si è mai rassegnato.”
“Ho visto che ora passi dall’altra parte della strada, lontano dal bar…”
“Non voglio creare malintesi. Ma perché tutte queste domande Daisy… Non mi dire che…”
“Sì Clara, ci ha provato anche con me, non più di un’ora fa.”
“Vedi… non mi dici niente di nuovo, lui ci prova con tutte.”
“Però mi ha detto che io sono diversa.”
“Forse sei solo più giovane e più appetibile.”
“Dici? Ma agli uomini piace il seno grande come il tuo.”
“No Daisy quello conta poco, all’uomo piace la conquista. Se non fosse così rimarrebbero sempre insieme con la stessa donna, non credi?”
“Allora Johnny è diverso. Lui mi desidera, a modo suo, ma mi desidera sempre.”
“Nick invece, se non fosse per questi quattro soldi che porto a casa, di sicuro mi avrebbe già lasciata.”
“Però Steve ti ha amata…”
“Non lo so Daisy, sicuramente mi desiderava. Sai quante ore ho passato sotto il suo bancone! Venivano clienti all’improvviso e non mi potevo muovere.”

Daisy ride

“Che cosa ti diceva?”
“Diceva che avevo il più bel culo del mondo. Che a volte confondeva il mio con la luna piena.”
“E tu non gli hai chiesto in cambio niente?”

Clara ride forte

“Ah Daisy piccola ingenua. Se vai con lui per farti fare dei regali, meglio che cambi uomo. Con Nick in galera mi sentivo tanto sola. Senza cercarle mi si presentavano decine di occasioni ogni giorno.”
“Davvero?”
“Non esagero Daisy… ma un giorno all’ora di chiusura è successo, proprio lì dentro quella stazione di servizio. Sai quante volte mi sono detta di non continuare, invece poi continuavo. Sessualmente Steve è davvero appagante.”
“Clara, scusami, non volevo offenderti quando ti ho detto se hai ricevuto in cambio qualcosa… dicevo tanto per dire.”
“Niente Daisy, tranquilla. Come mai ci ha provato con te?”
“Oh niente, gli avevo chiesto a credito due sigarette. E lui si è sentito in diritto di invitarmi sotto il bancone.”
“E tu?”
“Ed io gli ho detto che era un gran porco.”
“Però è buono sai, non farebbe male nemmeno ad una mosca. E non è facile trovare uomini così buoni.”
“Lo so Clara, ma io ho voglia d’amore, di sentirmi considerata. E soprattutto odio la volgarità, la rozzezza.”
“Daisy cara, non dirlo a me. Mi domando alle volte perché le donne non si possano sposare con altre donne. Non fraintendermi… dico solo che è più facile trovare gentilezza d’animo in una donna piuttosto che in un uomo.”
“Clara, ci mancherebbe il sesso!”
“Chissà…”

Daisy rimane in silenzio. Clara le stringe la mano

“Daisy cosa c’è?”
“Sai perché Johnny non torna? Perché stamattina mi sono rifiutata di stare con lui.”
“E’ la prima volta vero?”
“Eh sì, ma giuro stamattina proprio non ce la facevo…”
“Vedi piccola, mai dare di queste abitudini.”
“Hai ragione, ma agli inizi Johnny lo faceva con dolcezza ed io mi sentivo bene, poi è cambiato tutto.”
“Mia cara, non credere che sia tanto diverso per me…”
“Clara ma io sono stanca.. un giorno o l’altro…”
“Zitta Daisy non dire sciocchezze…”

Le loro mani si stringono

“Anche Nick pretende di farlo di mattina?”
“Mattina e sera. La domenica anche il pomeriggio. Se ripenso a Steve… Almeno lui mi coccolava. Mi diceva frasi d’amore. A suo modo era romantico e non tutte le volte facevamo l’amore.”
“Sai, prima mi ha sorpreso quando mi ha detto che lui in una donna cerca altro. E poi me lo ha detto in un momento molto particolare…”
“Non voglio essere indiscreta Daisy… Particolare in che senso?”
“Beh… si era sbottonato la patta e me lo mostrava…”
“Solo questo?”
“No, no…”
“Ti ha fatto impressione?”
“Beh all’inizio sì… Emanava un forte odore di pistacchio.”
“Pistacchio? Daisy questo particolare non lo ricordo affatto.”
“Beh è una mia fissa, tutte le cose che non mi piacciono sanno di pistacchio. Comunque dopo qualcosa c’è stato…”
“Tranquilla Daisy, non voglio metterti in imbarazzo… Ma sono contenta per te!”
“Dici Clara? Che possa nascere qualcosa di serio? Certo che se avessi il tuo seno mi sentirei una regina.”
“Cosa faresti oltre a lavorare in un autolavaggio con gli stivaloni di gomma e tornare a casa tardi e stanca?”
“Diciamo che mi sentirei più libera…”
“Stravagante questa teoria. Me la ricorderò nel momento del bisogno!”
“Volevo dire che mi sentirei libera perché avrei almeno qualche dollaro in più.”
“Non credo mia cara che staresti comoda seduta su quel bidone…”
“Eh già.”
“Ok Daisy. Ora fammi andare Nick mi aspetta, spero che non sia già ubriaco!”
“Ti sei offesa? Pensi ancora a Steve, vero?”

Clara non risponde e si alza

“Pensi che pioverà?”
“No Clara, guarda quel rosso lì in fondo…”
“Già, domani sarà una bellissima giornata.”
“Lo spero Clara.”
“Lo spero Daisy.”

Clara fa due passi, poi si volta

“Daisy, prima non pensavo a Steve, ma pensavo a me stessa e quanto e come stavo bene in quel periodo…”




ATTO SECONDO
PENNSYLVANIA STATION – ESTERNO NOTTE
ORE 10:55 P.M. DAISY - ROSYE

Daisy rimane sola

Dai Johnny, con tutti i camion che passano sulla Pennsylvania, è possibile che nessuno di questi sia il tuo? La minestra si è freddata di nuovo, mi sono stancata di riscaldarla. Le patate si sono annerite, sono da buttare ormai. E poi la fiammella del gas è più fioca di un fiammifero. Dovrei andare a prendere la bombola da… Sì Steve… meglio non pensarci. Spero che non s’accorga che Johnny non è ancora tornato, sarebbe capace di venire fin qui!
Alla fine non ho capito se quella sigaretta me la sono guadagnata o me l’ha regalata… il mio fiato l’ha sentito no? Certo che sarebbero bastati due centimetri e il gioco era fatto! Fumo gratis per una intera settimana! Che stupida! E quanto sono stupidi anche gli uomini! Basta un pantaloncino bianco e ti offrono gratis sigarette della migliore marca per sette giorni sette! Anche senza tette! Ma pensandoci bene è normale lo so, altrimenti cosa ci starebbe a fare la bionda platino su quel bidone di latta?

Daisy si alza e fa qualche passo verso la pompa di benzina per verificare se Rosye è al proprio posto di lavoro

Eh sì, eccola là che fuma. Quasi quasi vado a chiederle una sigaretta. Dicono che le puttane sono sempre gentili e generose! Potrei verificare. Ma mi vergogno cazzo! E’ possibile che mi sia ridotta a chiedere l’elemosina ad una puttana di strada!
E poi sono sicura che sa dove sia Johnny…
Vabbè qui non ci sono alternative, o ancora Steve, o la bionda platino… Oppure me ne torno dentro, mi metto a dormire, così non ci penso fino a domani… Se solo questo sole tramontasse…
Oddio quel sapore di pistacchio lo sento ancora dentro il naso… Chissà quanti pistacchi assaggia ogni giorno la bionda platino! Meglio non pensarci, ho pena per lei…

Daisy attraversa la strada tra le macchine che sfrecciano. Vedendola arrivare Rosye è sorpresa, fa quasi per alzarsi, ma poi decide di affrontarla. Daisy è ad un passo da lei

“Salve.”
“Buonasera o meglio dovrebbe essere notte, ma questo sole stasera non vuole tramontare.”
“Già dicono che sia colpa della luna. O meglio da quando siamo andati lassù è successo qualcosa.”
“Fa anche freddo stasera.”
“Cara mia, io ci sono abituata, sto sempre qui e poi in queste condizioni… Del resto mica posso coprirmi più di tanto!”

La bionda si lascia guardare. Ridono. Daisy appare più rilassata

“Ci conosciamo?”
“Credo di no.”
“Ma la tua faccia mi dice qualcosa. Mi pare di averti già vista da queste parti.”
“Io abito qui di fronte.”
“In quella casa di legno di fianco alla pompa di benzina?”
“Sì.”
“Posso chiederti a che devo questa visita?”
“Veramente di motivi ce ne sono due...”
“Sono qui tutta per te. Tieni conto che se arriva un cliente dovremo interromperci. Anzi spostati più in là, così togli la visuale alle auto che passano. Dai, avanti il primo motivo.”
“Volevo sapere se avevi visto in giro mio marito.”
“Ma mia cara qui di mariti ne passano tanti. Quale sarebbe il tuo?”
“Johnny, ha un camion rosso mezzo squinternato e lavora su e giù per la Pennsylvania.”
“Anch’io lavoro sulla Pennsylvania, ma non credo di fare lo stesso lavoro di tuo marito!”

Rosye ride, cercando di confondere il nemico ed evitare l’affondo.

“No, no, lui carica carcasse di auto. Lo hai visto?”
“E perché lo chiedi a me? Qui siamo in tante. Forse tuo marito adora le grazie di qualche altra mia collega.”
“Non è ancora tornato… e visto che mi dice che ogni tanto si ferma qui a parlare con te…”
“Si fermano in tanti. Parlare non costa niente.”
“No, no appunto, mi dice che si ferma il tempo di una sigaretta.”

Rosye è quasi commossa dall’ingenuità di Daisy. Fa finta di pensare.

“Mi sembra di aver capito chi è tuo marito. Ma oggi … fammi pensare….. se è quello che penso io, no, non l’ho proprio visto.”
“Vabbè se lo vedi… ora sai dove abito. Io rimango ancora un po’ in veranda.”
“Ok cara, se lo vedo, ti avverto, anzi lo mando subito a casa.”
“Si ferma spesso qui?”
“Ogni tanto, ma ripeto non sono sicura che sia lui. A me gli uomini interessano solo quando tirano fuori i dollari. Allora si che li sto ad ascoltare...”
“Immagino…”
“Ti vedo preoccupata. Problemi?”
“Un po’. Non ha mai fatto così tardi…”

Si ferma una macchina. Rosye grida rivolta all’uomo in penombra

“Amore sono 10 dollari.”
“Dove si va?”
“Ti porto in un posticino tranquillo, lenzuola pulite e cesso in camera. Andiamo?”
“Veramente ho fretta, volevo una cosa veloce in macchina.”
“Eh no bello, con tutta la polizia che c’è in giro!”
“Magari ripasso domani.”
“Ma mi hai visto bene? Sono un tipo da una botta e via in macchina?”

Rosye si alza e cammina su e giù per il marciapiede. Poi si avvicina all’auto

“Guarda che in dieci minuti facciamo tutto, compreso il passaggio in macchina. E’ qui vicino. La vedi quell’insegna verde? E’ lì. Poi non occorre che mi riporti qui.”

Daisy rimane a fissare il bidone mentre i due parlano

Dieci minuti, dieci dollari. Roba da ricchi! Cazzo non ci posso credere! Ed io che sogno di far la cameriera o di lavorare all’autolavaggio per una miseria a settimana…
In fin dei conti basta un po’ di stomaco e non vomitare. Magari questo cliente lo ha come quello di Steve, storto, scuro al sapore di pistacchio. Vabbè è solo questione di abitudine. Quello di Johnny a vederlo bene mica è un bambolotto! E poi questo qui a guardarlo bene, da quel poco che vedo, non mi sembra male. Ha la faccia pulita… una bella macchina…

Daisy guarda Rosye e sorride

Vabbè va lasciamo perdere. Io mica ho quel fisico lì. Poi tutta truccata… Quelle scarpe argentate costeranno un occhio! Ora capisco Johnny quando sta dentro di me e la sogna. Con quel paio di tette sfido chiunque. Porca troia, mamma! Ma non era meglio che mi facevi senza capelli e con le gambe storte? E magari ti concentravi sulle tette? Tanto lo so che è quello che tira. Ed io invece ho solo due brufoli come dice Steve. Però a Steve qualcosa è piaciuto di me!
Lo so, sono solo pensieri stupidi, tanto la puttana io non la farò mai. E poi non saprei proprio camminare su quei trampoli. Tra poco arriva Johnny e mi scordo di averli pensati!

Rosye intanto è appoggiata alla macchina e scopre le tette

“Allora andiamo? Ti faccio divertire con queste. Puoi toccarle, è tutta roba genuina!”
“Ma dobbiamo far presto.”
“Prestissimo tesoro. Sono già calde le senti? Andiamo?”

Il cliente tocca le tette, poi ingrana la prima e scappa. Rosye si toglie la scarpa e gliela tira dietro

“Stronzo! Ma guarda quanti stronzi girano a quest’ora. Tutta quella manfrina per toccare un paio di tette! Porco! Non ci tornare più da queste parti. Tanto ti riconosco sai e te la faccio pagare. Stronzo.”

Si risiede sul bidone e accavalla le gambe

“Di stronzi ne girano eh! Che figlio di puttana! Ci vorrebbe un po’ di moralità! Ma tanto lo ribecco prima o poi. Toccarmi questo ben di Dio gratis. Stronzooo.”

Rivolta verso Daisy

“Hai visto? Non è tutto rose e fiori qui! Girano più stronzi che gente per bene… Dicevamo cara?”
“Ti chiedevo di Johnny.”
“Ah tuo marito… Ma non puoi guardartelo da sola?”
“Oggi non l’hai proprio visto, vero?”

Rosye rimane in silenzio, fa finta di avere il fiatone

“Meglio non insistere vero?”
“Piccola, io qui lavoro, e di certo non faccio distinzioni e soprattutto non chiedo documenti. E poi grazie a Dio sono molto ricercata… Comunque se ti fai due passi a piedi potresti chiedere alle mie colleghe…”
“Ma io lo so che viene da te. Volevo solo sapere se oggi si era fatto vivo.”
“Vuoi un consiglio? Tienitelo stretto tuo marito allora. Così sai cosa fa, oltre a caricare macchine in panne.”
“Macchine in panne? Allora lo conosci bene….”
“Ma te l’ho detto che lo conosco, no?”

Si ferma un’altra macchina, ma questa volta Rosye conosce il cliente

“Sono sempre 10 dollari, oggi è la terza volta che fai il giro! Mica ho aumentato la tariffa nel frattempo.”
“Stavo andando a casa, ma poi mi è venuto in mente questo bel balcone fiorito!!!”
“Vuoi affacciarti?”
“Sbrigati Rosye, Sali in macchina. Mia moglie avrà già preparato la tavola.”
“Ok, ok, ma andate tutti di fretta questa sera?”

Rosye entra in macchina rivolgendosi a Daisy

“Oh scusami cara, la seconda domanda?”
“Niente, niente….”
“Vabbè come vuoi, ma ora devo lavorare. Sono di ritorno tra dieci minuti.”

Daisy attraversa la strada

Stasera gliela faccio proprio pagare a quello stronzo di Johnny! Comunque per questa notte lo faccio stare a stecca! Che porco! Lei lo conosce bene! Tra tanti uomini si è ricordata che carica auto in panne. Quindi… Mica sono scema io! Anzi stasera si ricorderà di me. Gliela faccio pagare di brutto, cazzo!
Ed io che mi sentivo in colpa per aver respirato da lontano l’odore di pistacchio… Vabbè l’ho preso in mano, ma era solo per prendere tempo… O forse no… Non lo so. Chiunque potrebbe giurare che non volevo. Ma sì, ma chi vuole che giuri, tanto nessuno mai mi farà questa domanda. Eppoi io dietro quel bancone in ginocchio non ci sono mai stata.

Sono davvero sfigata, cazzo! Ma quello lì si doveva fermare proprio ora? Proprio adesso gli doveva tirare l’uccello? Risultato? Io senza una sigaretta e la battona con dieci dollari in più in tasca.






 
CONTINUA

  





 
 
 



Il racconto è frutto di fantasia.
Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti è puramente casuale..



Questa sera il sole non vuole tramontare - PENNSYLVANIA STATION - Copyright 2011
In copertina: Edward Hopper - Gas 

Il racconto è frutto di fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti è puramente casuale.


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